Nel mondo del vino italiano sono molto poche le personalità che hanno veramente inciso, a tutti i livelli, sul suo sviluppo e la sua affermazione nel mondo. Fra queste, certamente quella di Ezio Rivella ne rappresenta lesempio forse più emblematico. Non tanto e non solo per i prestigiosi traguardi professionali raggiunti dallenologo di Castagnole Lanza (Asti), quanto per la indomita propensione alle sfide e al mettersi continuamente in discussione.
Nel 1957, si trasferisce nel territorio dei Castelli Romani, dove diventa consulente della cooperativa Gotto dOro e successivamente di altre aziende di primo piano come Corvo di Salaparuta, Regaleali e Fazi Battaglia. Il passo successivo è la fondazione e la direzione di Enoconsult, forse la prima società specializzata nello studio delle tecnologie di produzione, progettazione e realizzazione d'impianti, consulenza e gestione d'imprese vitivinicole. Nel 1977, diventa luomo di fiducia della famiglia Mariani e costruisce praticamente da zero la Banfi (di cui è stato consigliere delegato fino al 2000), realizzando a Montalcino un'impresa vitivinicola unica, riferimento assoluto per lo sviluppo dellenologia e della viticoltura italiana.
Uomo capace di imporre la sua autorevolezza sia in Italia che allestero, ha rivestito ruoli di grande prestigio e responsabilità negli organismi istituzionali di settore, dove ha portato contributi professionali determinanti: è stato presidente dell'Associazione Enologi Italiani per dodici anni, presidente dell'Associazione Mondiale degli Enologi per nove, vicepresidente per sei anni dellOffice International de la Vigne et du Vin, membro dellAccademia Italiana della Vite e del Vino e dellAccademie Internationale du Vin. Dal 93 al 98, ha svolto un ruolo attivo da tecnico e non da politico, come presidente del Comitato Nazionale Doc, sbloccato la fondamentale legge 164 e creando lIgt (Indicazione Geografica Tipica).
Negli ultimi tre anni, infine, è stato presidente dellUnione Italiana Vini, ruolo che ha lasciato recentemente. Ma da pensionato, il notissimo e celebrato enologo-manager, non ha perso un solo grammo dentusiasmo e di passione, ed anzi, lo troviamo oggi a raccogliere i primi frutti del suo nuovo ed articolato progetto enologico, che lo vede per la prima volta impegnato da protagonista, nelle vesti per lui insolite di proprietario e produttore.
Non sono stato particolarmente fortunato, i miei vini sono usciti in un momento di crisi, ma sono abbastanza contento - ci spiega il cavalier Ezio Rivella - se non altro, hanno incuriosito. In Maremma, il Lodai è già finito. Ma ci vuole ancora del tempo perché il cliente apprezzi completamente questi nuovi vini. Per ora sono sugli scaffali, ma bisogna farli conoscere. Ligt Lodai a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, è il primo vino ottenuto dalla Tenuta Fertuna, a Gavorrano (Grosseto), 150 ettari di estensione totale, di cui 47 già coltivati a vigneto (e che arriveranno a 60 nel prossimo futuro), acqisiti nel 1997. Il prossimo anno sarà affiancato dal Messio, ancora un taglio bordolese, che sarà il vino di punta della produzione maremmana. A Castellina in Chianti (Siena), si trova un altro importante pezzo di questo articolato progetto enologico, Il Caggio, 145 ettari di estensione totale, di cui 40 coltivati a vigneto. Acquistata da Rivella nel 1968, questazienda è tornata a far parlare di sé soltanto da pochi anni, con il Chianti Classico Selve Scure e il Chianti Classico Riserva Vanto.
Non poteva certo mancare da questo quadro produttivo Montalcino. Pian di Rota lazienda (con una quota del 20% detenuta dalla Masi Agricola di Verona) è nata dallaccorpamento successivo di tre poderi (due nel comune di Montalcino, uno a Castiglion dOrcia) e conta su un totale di oltre 115 ettari. Il progetto di sviluppo prevede una graduale entrata in produzione di 53 ettari di vigneti (15,5 già vitati) con già acquisiti i diritti di impianto e liscrizione nella docg Brunello e nelle doc SantAntimo, Orcia e Rosso di Montalcino. Ma il progetto comprende anche altre due aziende, situate fuori dalla Toscana. Una è la piemontese Bel Sit di Castagnole Lanza (Asti), lazienda di famiglia di Rivella, che conta su 15 ettari vitati, dove attualmente vengono prodotte la Barbera dAsti Superiore Sichivej e una Barbera del Monferrato, che prossimamente saranno affiancate da unaltra Barbera dAsti, La Turna, e da un Moscato dAsti. Laltra, infine, è Brugnoli, azienda di Orvieto, che dai suoi 70 ettari, produce i rossi Cavalmoro (Merlot in purezza), Paglierete (100% sangiovese) e lOrvieto Rosso Sesil, oltre al bianco Orvieto Classico, presto affiancato da un muffato.
Naturalmente, per sostenere un progetto ad ampio respiro come questo Ezio Rivella non è da solo: la squadra è di primordine, visto che comprende Giuseppe Meregalli e Aldo Fedeli, direttore generale. La forza di questo progetto è la flessibilità aziendale - spiega Aldo Fedeli - con immagini diverse per le cinque aziende e posizionamento e politiche di prezzo miratissime e molto attente al rapporto qualità/prezzo.
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