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2012 ANCORA SENZA UN PIANO DEI CONTROLLI PER I VINI IGP. MANCATA INTESA FRA REGIONE VENETO E MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE. NON SI TRATTA “AFFATTO DI UN RIFIUTO DEI CONTROLLI”, PUNTUALIZZA L’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA FRANCO MANZATO

Nel tormentato percorso su “chi debba controllare chi” dentro la filiera viticolo-enologica e trovata la “quadra” per il sistema delle Dop (Docg + Doc), attraverso la certificazione di un ente terzo (come, per esempio, Valoritalia), resta ancora in sospeso la procedura dei controlli sugli Igp (i vecchi vini ad Igt), sui quali Regioni e Ministero per le Politiche Agricole hanno cercato di concordare un piano per la vendemmia 2012 soprattutto non eccessivamente oneroso per i produttori. Un tentativo che, però, ha trovato non pochi ostacoli e delle vere e proprie battute di arresto come nel conflitto in corso fra Regione Veneto e lo stesso Ministero delle Politiche Agricole che eccepisce la proposta veneta per contrasto con il decreto legislativo nazionale 61/2010 (controllo per ogni vino a denominazione d’origine) e con il regolamento comunitario 491/2009 (designazione delle autorità di controllo), con il rischio di esporre l’Italia ad una procedura d’infrazione.

Per l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto Franco Manzato, carte alla mano, non si tratta affatto di un rifiuto dei controlli sui vini ad Igt “che devono essere obbligatori ed efficaci, nell’interesse e a tutela dei consumatori, ma anche non vessatori. Anzi, proprio la proposta del Veneto sulla questione è diventata il 3 maggio posizione unanime della Commissione politiche agricole e il 10 maggio posizione unanime della Conferenza Stato-Regioni” che “ha semplicemente sancito la mancata intesa con il Governo”.

Alla base di tutto c’è il regolamento comunitario n. 607/2009 che, all’art 25, prevede una verifica annuale effettuata dall’autorità di controllo competente di cui all’articolo 48, del regolamento comunitario n. 479/2008, “condotta negli Stati membri in cui ha avuto luogo la produzione in conformità al disciplinare secondo una delle seguenti modalità: a) mediante controlli casuali in base ad un’analisi di rischio, oppure b) mediante controlli a campione, oppure c) mediante controlli sistematici, oppure d) mediante una combinazione dei controlli sopra indicati”.

La posizione del Veneto (e delle altre regioni) era per il controllo a campione; il rappresentante del Ministero ha però sostenuto che i controlli a campione non sono ammessi dal regolamento comunitario. “E questa potrebbe essere una banale “svista” - puntualizza Manzato - ma qui si apre il problema dei costi del controllo che sono a carico della filiera: il controllo sistematico (l’unico possibile secondo il ministero ma non per il regolamento europeo), comporterebbe aumenti di prezzo all’origine anche del 20 per cento, tenuto conto che ci sono vini Igt da 20 centesimi al litro. Detto in altre parole: il costo del controllo supererebbe la redditività del prodotto, con una penalizzazione pesante visti i tempi che corrono, ma soprattutto inutile. Per contro, a fronte di un sistema di gestione ordinato e di un piano di verifiche accurato, che in Veneto abbiamo già testato creando un modello da seguire anche per gli altri, la forma e la sostanza dei controlli sarebbero pienamente rigorosi e rispettati anche con la campionatura. Il resto è chiacchiericcio - conclude l’assessore all’agricoltura del Veneto - speriamo non interessato, che rischia di ricadere solo sui produttori”.

Si tratta, insomma, di una partita che si gioca sul filo dell’interpretazione legislativa e che la Conferenza Stato-Regioni, con la notifica del mancato accordo, ha deciso di rimandare di altri 30 giorni, perché il Ministero delle politiche agricole approfondisca ulteriormente la questione per una verifica della compatibilità della proposta della regione Veneto con la normativa vigente a livello comunitario e nazionale.

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