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51 rinvii a giudizio per la presunta frode da 20 milioni di euro che chiama in causa la vecchia gestione della cantina Terre d’Oltrepo: a stabilirlo il Gup del Tribunale di Pavia. Inchiesta iniziata nel 2014, udienza preliminare il 18 maggio 2018

Dopo 4 anni di indagini, iniziate nel novembre del 2014, l’inchiesta per il presunto giro di vino contraffatto nell’Oltrepò Pavese sembra arrivata ad un momento decisivo: la Procura di Pavia, riporta il quotidiano “Il Giorno” (https://goo.gl/eJzLQD), ha chiesto il rinvio a giudizio per cinquantuno indagati nell’affare che vedeva la centro la cantina Terre d’Oltrepo di Broni. Il Gup ha fissato la data di apertura dell’udienza preliminare al 18 maggio 2018.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Mazza, era scattata nel 2014 e culminata a luglio 2015 con il maxi sequestro di 170.000 ettolitri di vino e 700.000 bottiglie che in realtà non rispettavano i canoni dei marchi Doc e Igt. Tra queste, il Pinot Grigio, che secondo le accuse era realizzato con uve provenienti anche dall’estero, per una frode dal valore stimato in 20 milioni di euro.
Vicende che, come spiegato più volte da quella che è attualmente la più grande cantina del territorio, riguardano il passato ed il vecchio management dell’azienda, e non il presente e l’attuale dirigenza, che vede come presidente Andrea Giorgi.

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