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7 milioni di italiani acquisteranno regali nei mercatini, soprattutto per cibi tradizionali, dice Coldiretti ... Ma per la Cia, invece, saranno feste austere: meno spese per la tavola!

Italia
Tavole più magre per il Natale 2005?

Saranno più di 7 milioni gli italiani che quest'anno sceglieranno di acquistare i propri regali di Natale nei tantissimi mercatini situati sulle strade e nelle piazze di città e paesi; spazi particolari ma sempre più frequentati dai consumatori nostrani, solitamente specializzati nella vendita di vestiario e calzature, ma, ricorda la Coldiretti, con un buon 25% dedicato ai prodotti alimentari. Un'usanza, dunque, sempre più radicata nelle scelte dei consumatori nostrani, i quali, da questo fine settimana, avranno l'imbarazzo della scelta, visto che proprio da domani, con l'avvicinarsi delle festività natalizie, si assisterà ad un vero e proprio moltiplicarsi di fiere, sagre e mercatini, "dove cogliere le idee e i prodotti per i doni da nascondere sotto il tradizionale albero". L'acquisto nelle bancarelle a Natale, informa ancora la Coldiretti, coinvolgerà il 13% degli italiani e tutto ciò "non è solo il frutto di una esigenza diffusa di risparmio, ma anche la risposta alla necessità di un contatto diretto e personale per scovare curiosità e novità ad originalita garantità".
Un ottimismo quello di Coldiretti che, seppur in un momento delicato dell'economia (dove sicuramente si sta sempre più attenti a come spendere), sembra insomma voler dire che non sarà comunque un Natale austero, di crisi nera, di lacrime e sangue, considerata anche l'indole italiana che è sempre ben orientata al buon vivere e al bel mangiare e bere.
Ma, di parere diverso, però. sembra essere il commento della Cia, un'altra organizzazione delle imprese agricole, che spiega invece che "sarà un Natale austero, almeno sotto il profilo alimentare. Sulle tavole imbandite per le feste si troveranno meno frutta, verdure, prodotti tipici (insaccati e formaggi), vino e spumanti".
L'analisi condotta sull'intero territorio nazionale, mette in risalto - spiegano dalla Cia - una tendenza che ormai si è andata consolidando negli ultimi mesi e che, con il periodo festivo, è destinata ad accentuarsi. Dunque rispetto allo scorso anno, che pure ha fatto registrare un calo nelle vendite alimentari, gli italiani nelle festività natalizie tireranno la cinghia e, visti i prezzi al dettaglio, ridurranno i consumi di molti prodotti ortofrutticoli e di quelli tipici e tradizionali (in particolare Dop e Igp). Berranno anche di meno e brinderanno con molta più parsimonia. Per frutta e verdura, secondo l'indagine della Cia, nei giorni che vanno da Natale all'Epifania si spenderanno poco più di un miliardo 250 milioni di euro, il 18% in meno nei confronti dell'analogo periodo del 2004. Per i prodotti tipici la spesa (-14%) si aggirerà attorno al miliardo e 780 milioni di euro (di cui 700 milioni per Dop e Igp), mentre per vini e spumanti il giro d'affari si attesterà su un miliardo 70 milioni di euro, con una flessione dell'8%. Secondo le elaborazioni e le proiezioni della Cia, i prodotti frutticoli che registreranno i maggiori cali nei consumi sono l'uva da tavola (-16%), le arance (-12%), le clementine (-8%) e le pere (-7%). Un andamento riflessivo dovrebbe aversi anche per la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi), tipica delle feste di fine anno, che diminuirà di circa il 10%. Anche per i prodotti orticoli la musica non cambia.
La Cia prevede una flessione del 13% negli acquisti di cavolfiori, del 9% per le zucchine, del 14% per la lattuga, del 10% per il radicchio. Stesso discorso per i prodotti tradizionali regionali. Secondo la Cia, si avranno diminuzioni dell'8% per gli insaccati e i prosciutti e del 10% per i formaggi. Ma anche per gli oli 'firmati' la situazione non è migliore: si annuncia un calo nei consumi del 6%. Analogamente, le tradizionali lenticchie troveranno meno spazio nei cenoni di fine d'anno (-8%).
La diminuzione dei consumi sarà meno accentuata sul fronte dei vini e degli spumanti: nelle feste verranno stappate 75 milioni di bottiglie di spumante (-5% rispetto allo scorso anno) e si berranno nei pranzi e nelle cene oltre 160 milioni di bottiglie di vino. Complessivamente 235 milioni di bottiglie contro le 260 milioni del 2004. Sono due, secondo la Cia, i motivi di questa contrazione nei consumi dei prodotti agroalimentari: il primo è relativo alle minori disponibilità economiche degli italiani; il secondo è addebitabile al forte, e troppo spesso ingiustificato, incremento dei prezzi al dettaglio, in particolare di quelli ortofrutticoli, che in questi giorni con l'alibi del maltempo si sono nuovamente impennati sotto le spinte speculative. Prezzi che sono anche cinquecento, seicento o settecento volte maggiori di quelli che vengono pagati all'origine al produttore agricolo che continua, invece, a registrare continui cali.

Stime Cia - La spesa per imbandire le tavole
nelle prossime feste di Natale e fine anno

Prodotti, giro d'affari, variazione % (in euro) sul 2004
Prodotti tipici, Dop e Igp - 1.780 milioni -14%
Frutta e verdura - 1.250 milioni -18%
Vini e spumanti - 1.070 milioni -8%

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