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“CONFESSO CHE HO BEVUTO”, RACCONTI SUL VINO E SUL PIACERE DEL BERE (SCRITTI ANCHE DA BENIGNI, GUCCINI, MURA, MELIK …) IN UN LIBRO DI LUIGI ANANÌA E DI SILVERIO NOVELLI. DA NON PERDERE!

Italia
Il libro "Confesso che ho bevuto"

Trenta modi di declinare la parola “vino”, tra racconti, testimonianze, confessioni di autori italiani contemporanei. Affabulazioni seriamente divertite, o scherzosamente serie, su una gloria nazionale che è anche e soprattutto discorso sulla natura, la storia, i sentimenti, l’immaginazione del bere su una delle libertà di essere e di esprimersi. Ciascun autore - dall’attore Roberto Benigni ai cantautori Francesco Guccini e Claudio Lolli, dal giornalista Gianni Mura al vignettista e scrittore Jiga Melik, con prefazione del “maestro” della critica enogastronomica italiana, Luigi Veronelli - ha versato nel calice della scrittura la propria anima dionisiaca. Ogni capitolo del libro “Confesso che ho bevuto”, racconti sul vino e sul piacere del bere, a cura di Luigi Ananìa e Silverio Novelli (info: luigi.anania@libero.it; pagine 240, euro 13,50), propone una doppia chiave di lettura, cogliendo possibili alternative o abbinamenti all’interno del singolo approccio al tema-vino.

Ecco allora il vino “piacere o conoscenza”, il vino “italiano o forestiero”, il vino come “amore o abbandono”, il vino dalla parte del “vignaiolo o vinattiere”, il vino come “dignità o perdizione”. C’è chi rivive il vino come giovinezza e spontaneità, in contrasto con la moda odierna che ne fa un affare per specialisti professionali, sacerdoti dai riti iniziatici celebrati con terminologia astrusa. rievoca i pistoni (i bottiglioni di Lambrusco dei nonni) o inscena un divertente dialogo dei vini, giocando con l’incredibile varietà dei nomi dei vitigni italici. Chi (da astemio) tesse un paradossale elogio del Sangiovese o chi fa del Brunello di Montalcino un singolare ambasciatore d’Italia in terre esotiche e tempi lontani. Infine, c’è chi, scegliendo la carta dell’intimismo, in scena una favola (con disegni) che unisce metaforicamente scrittura e vino (bianco).

Gli autori - Luigi Ananìa, scrive racconti e fa vino rosso (l’azienda è La Torre, dove produce Rosso e Brunello di Montalcino) e Silverio Novelli, giornalista e lessicografo, scrive racconti e incrocia vino, cibo e libri sul mensile l’“Indice”; è sommelier - collaborano a illuminare la via del vino alla parola e le vie della parola al vino, concordi sul fatto che “il vino è una difesa della verità e la verità una difesa del vino”.

I racconti del libro “Confesso che ho bevuto” sono di Franco Alasia, Luigi Ananìa, Giuseppe Antonelli, Giancarlo Baroni, Roberto Benigni, Marco Berardi, Ugo Cornia, Tommaso Giartosio, Simone Giusti, Francesco Guccini, Alessandro Iovinelli, Giulio Laurenti, Maria Tiziana Lemme, Claudio Lolli, Guido Leotta, Silvana Maja, Marco Mancassola, Melania Mazzucco, Jiga Melik, Gianni Mura, Paolo Nori, Silverio Novelli, Antonio F. Rainone, Fabio Salbitano, Paolo Teobaldi, Gianandrea Turi, Gabriella Urbani, Carlo Villa, Dario Voltolini e Domenico Vuoto.

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