L’obiettivo è uno e dichiarato: rilanciare definitivamente il mercato del vino italiano nel mondo. Così il ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, Paolo De Castro, lancia la sua sfida e chiama a raccolta tutta la filiera. Per la prima volta anche il vino avrà la sua convocazione degli Stati generali. La data fissata per dare avvio alla grande strategia in vista della riforma dell’Ocm vino è il 20 luglio. Dettagli e programmi sono stati illustrati, oggi a roma, dal Ministro Paolo De Castro, nella convinzione che “il settore vitivinicolo ha un ruolo strategico per l’agricoltura italiana”.
Il ministro non ha dubbi: “servono regole europee chiare e la riforma dell'Ocm vino deve puntare alla promozione e alla valorizzazione di un patrimonio unico quale è quello italiano e non penalizzarlo”. Ma per portare con forza le posizioni dell'Italia sui tavoli di Bruxelles, secondo De Castro “serve la voce e l'accordo di tutti”. Per questo “la giornata di ascolto della filiera vitivinicola sarà l’occasione per promuovere un confronto aperto sui punti critici della riforma comunitaria dell’Ocm vino e per coinvolgere tutti i protagonisti del settore nella definizione di strategie comuni che consentano all’Italia di contare di più sui mercati internazionali”.
Agli Stati Generali saranno presenti gli assessori all'Agricoltura di tutte le Regioni italiane che, insieme al ministro, prenderanno nota delle posizioni delle varie componenti della filiera vitivinicola nazionale in vista della fase finale dei negoziati per la riforma europea del settore in programma a partire dal prossimo autunno. “Con la proposta di orientamenti per la Ocm vino, approvata dalla Commissione europea ha spiegato De Castro è iniziata una riforma importante per un settore strategico per il nostro Paese”.
Ad indicare quanto il dialogo in sede europea possa concretizzarsi in obiettivi e in interventi condivisi in grado di valorizzare e rendere competitiva l’agricoltura italiana, il ministro ha partecipato in un solo mese a ben tre bilaterali: il 14 giugno a Parigi, con il ministro dell’Agricoltura francese Dominique Bussereau, il 22 giugno a Roma, con il ministro dell’Agricoltura irlandese Mary Coughlan e l’11 luglio con il ministro dell’Agricoltura spagnolo Elena Espinosa.
“In particolare l’accordo tra Italia e Spagna - ha ricordato De Castro - ha tra i suoi punti cardine quello di evitare il ricorso indiscriminato a interventi di estirpazione dei vigneti”. Per il ministro si tratta infatti di “un rischio per l’esistenza di colture magari non vaste ma di grande pregio e interesse con la conseguente deprivazione di aree a forte vocazione vitivinicola”.
In occasione della giornata dedicata agli Stati Generali, ha concluso De Castro, “grande attenzione sarà rivolta anche al miglioramento della qualità dei nostri vini. L’Italia deve difendere una storia vitivinicola secolare ed è forte dell’indubbio valore aggiunto della qualità e della tradizione”.
Antonio Boco
La proposta - Questi i punti della riforma Ocm dell’Unione Europea
Ecco cosa prevede la proposta di riforma dell' Ocm vino elaborata dalla Commissione Europea:
- ESTIRPAZIONE DELLE VIGNE: Il regime di estirpazione verrebbe potenziato con la concessione di un premio per incitare i produttori a richiederlo fin dal primo anno. L'obiettivo è l'espianto di 400.000 ettari in cinque anni, con un contributo Ue globale di 2,4 miliardi di euro. L'espianto sarà del tutto volontario. Il regime dei diritti di impianto viene invece prorogato fino al 2013, data di scadenza definitiva. Le superfici estirpate potrebbero beneficiare del pagamento unico per azienda, subordinatamente al rispetto di requisiti ambientali minimi.
- ABOLIZIONE DEGLI AIUTI DI REGOLAMENTAZIONE DEL MERCATO: Verrebbero abolite tutte le misure di mercato quali l'aiuto per la distillazione dei sottoprodotti, l'aiuto per il magazzinaggio privato e l'aiuto per l'uso del mosto. La distillazione di crisi sarebbe abolita.
- DOTAZIONE NAZIONALE: Verrà prevista una dotazione nazionale a tutti i paesi produttori per finanziare le misure che meglio si adattano alle rispettive situazioni locali. Parte dei fondi sarebbe trasferita al bilancio dello Sviluppo rurale per finanziare misure specifiche nel settore vitivinicolo, come prepensionamenti dell'entità di 18.000 euro l'anno e programmi agroambientali.
- SEMPLIFICAZIONE DELLA POLITICA DI QUALITA': Per la semplificazione si prevederanno due categorie di vino invece delle attuali tre: i vini a indicazione geografica e i vini senza indicazione geografica. Bruxelles intende allineare la regole sulla qualità al regolamento Trip's per la proprietà intellettuale alla Wto introducendo procedure che danno maggiori poteri di intervento alla Commissione europea. Bruxelles fisserebbe un quadro legislativo per i vini a denominazione geografica.
- ETICHETTATURA SEMPLIFICATA: Contrariamente al divieto oggi in vigore, potrebbe essere ammessa l'indicazione del vitigno e dell'annata anche per i vini senza indicazione geografica. La competenza di approvare le nuove pratiche enologiche sarebbe affidata alla Commissione e sarebbero riconosciute le pratiche enologiche ammesse dall'Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino).
- DIVIETO DI ZUCCHERAGGIO: Sul fronte dell'arricchimento dei vini si vuole evitare l'aumento del titolo alcolometrico tramite lo zuccheraggio che è sempre più diffuso nell'Ue.
- ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO: Per evitare osservazioni dai Paesi terzi in ambito Wto, si profila di eliminare il divieto di vinificare nel territorio comunitario mosti importati e di miscelarli con i vini prodotti nel territorio comunitario.
- I TEMPI: Entro novembre la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo punta a votare il primo rapporto di iniziativa sulle opzioni di riforma presentate dalla commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel il 22 giugno2006, che saranno seguite dalle proposte giuridiche. Il processo di riforma si dovrebbe concludere nel primo trimestre del 2007, sotto la presidenza tedesca dell'Ue.
La scheda – L'enologia italiana in cifre
Ecco di seguito una scheda con le principali cifre del vino italiano:
- LA PRODUZIONE NAZIONALE E IL FATTURATO: Nel 2005 la produzione nazionale di vino è stata di 53 milioni di ettolitri. A vent'anni dallo scandalo del metanolo, l'Italia produce oggi il 37,4% in meno rispetto al 1986, ma il vino vale molto di più. Il fatturato del settore, che supera i 9 miliardi di euro, in vent' anni è più che triplicato (+260%), come il valore dell'export (+250%);
- I VITIGNI ITALIANI, PATRIMONIO UNICO IN EUROPA: L'Italia vanta un patrimonio di uve unico al mondo con ben 300 varietà di vitigni per una superficie vitata di 730.000 ettari. Ricchezza che non ha eguali: la Francia infatti ha poco più di 40 varietà di vitigni, la Spagna appena una ventina, l'Austria 15;
- I VINI CERTIFICATI: La produzione nazionale dei vini a denominazione è di 15 milioni di ettolitri. In vent'anni è raddoppiato il numero di vini certificati doc, docg e igt che erano 228 nel 1986 e oggi sono 464. Il loro peso nella produzione complessiva è più che quintuplicato, passando dal 10% al 58%.
- L'EXPORT: Oggi l'Italia è il primo esportatore mondiale di vino e mosti in quantità, con il 18% del fatturato globale. Il valore delle esportazioni è di 2,8 miliardi di euro. Nel primo trimestre del 2006 il vino made in Italy ha realizzato una crescita record del 9% nel valore delle esportazioni nel mondo con un successo rilevante negli Stati Uniti (+18%) e nei nuovi Paesi emergenti come Russia (+20%) e Cina (+132%). Proprio in Usa l'Italia è leader nelle esportazioni con 2 milioni di ettolitri. Analogo discorso per il mercato britannico con 1,2 milioni di tonnellate nel 2001 salite a 1,5 nel 2004 (+25%). Le esportazioni italiane sono in crescita anche sui mercati canadese (+20,9% in quantità, +24% in valore) e Danese (+23% circa in quantità, + 48% in valore). Sono aumentate anche le esportazioni verso la Spagna, la Russia, l'Australia, la Nuova Zelanda, e, negli ultimi due anni, verso la Cina.
- L'ENOTURISMO: Il vino è divenuto uno dei più autorevoli ambasciatori dell'Italia nel mondo. E' un pezzo importante dell'immagine positiva del nostro paese, ed è un deciso fattore di impulso al turismo. L'enoturismo può contare su 4 milioni di visitatori e circa 2,5 miliardi di euro di consumi, con la prospettiva di raddoppiarli nei prossimi cinque anni. Un fenomeno che attrae italiani e stranieri.
- ITALIA, FRANCIA E SPAGNA I PRIMI PRODUTTORI EUROPEI E MONDIALI: Italia, Francia e Spagna mantengono oltre il 50% della produzione mondiale. L'Italia con una media 51 milioni di ettolitri, la Francia con una media di 55 milioni di ettolitri, la Spagna con una media di 37 milioni di ettolitri sono i primi produttori europei e mondiali.
Fonte: Ansa
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