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TOLLERANZA ZERO. IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE LUCA ZAIA: CFS E ICQ SCOPRONO UN IMPORTANTE TRAFFICO DI AMARONE DELLA VALPOLCIELLA CONTRAFFATTO

“L’operazione “Amarone ter” è un importante colpo messo a segno contro i falsificatori e i contraffattori di uno dei prodotti simbolo del made in Italy. Il Corpo Forestale dello Stato e l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (Icq) dimostrano, ancora una volta, come il loro lavoro sia prezioso per tutelare i nostri prodotti dalle furberie di male intenzionati”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, commenta l’operazione “Amarone ter”, con la quale nella giornata del 2 settembre 2009 nel Comune di Fara Novarese, Provincia di Novara, il Corpo Forestale dello Stato dei Comandi di Vicenza e Novara, in collaborazione con l’Icq Torino ha provveduto a effettuare dei sequestri di materiale attestante una vasta falsificazione a danno di uno dei più pregiati vini italiani: l’Amarone della Valpolicella - Verona.
Il vino veniva abilmente contraffatto, mediante l’utilizzo di un ingente numero di etichette mendaci, inviato ad una nota ditta danese di intermediazione e poi venduto ad una grande catena di distribuzione della Danimarca. Una famosa e rinomata cantina di Fara Novarese ha ideato, con il supporto di un mediatore locale di origini italiane che opera in Danimarca, un sistema di moltiplicazione esponenziale di vino Valpolicella tipologia “Amarone”, “Ripasso” e altri vini pregiati sfruttando dei piccoli carichi regolari di Amarone che venivano moltiplicati con del comune vino da tavola, di provenienza francese per il 60% e italiana per il 40%, per un totale 952.084 litri. La cantina commercializzava il prodotto con un’etichettatura che attestava origine e provenienza diversa da quella reale.
Nell’operazione sono state sequestrate 200.000 etichette di diverse tipologie, oltre 10.000 capsule e varia documentazione amministrativa. Si presume che il volume di bottiglie contraffatte di Amarone e altri vini pregiati negli ultimi 3 anni, dal 2007 al 2009, ammonti a circa 1.200.000 bottiglie con un guadagno illecito che si può stimare in 2.500.000 euro.
“Queste contraffazioni sono gravi perché, se non contrastate con il dovuto rigore, rischiano di minare la qualità del nostro export agroalimentare. La seconda fase della nostra politica della tolleranza zero - ha concluso Zaia - anche grazie all’impegno di Icq e Cfs, continua a dare i suoi frutti. Non permetteremo che pochi furbi squalifichino i nostri vini per i loro interessi con i loro piccoli imbrogli”.

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