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Cile, il terremoto colpisce anche la vitivinicoltura ... Brasile, nasce il primo vino d.o. ... Francia, nel 2010 inversione tendenza per lo Champagne ... Asia, il futuro del vino ... Argentina, previsioni vendemmia 2010
di Andrea Gabbrielli

- Cile, il terremoto squassa le regioni vinicole di Maule e Bio Bio
Il violentissimo terremoto che ha colpito il territorio del Cile, dalla capitale Santiago verso il sud, provocando oltre 700 vittime e molte centinaia di dispersi, ha particolarmente devastato le regioni vinicole di Maule e Bio Bio nelle quali le strade sono state fortemente danneggiate e gran parte dei ponti crollati. In modo particolare il terremoto avrebbe colpito le valli vinicole di Casablanca, Maipo, Colchagua, San Antonio, Cachapoal, Curico e Rapel dove hanno sede la maggior parte delle aziende vinicole. Al momento attuale, però non è stato ancora possibile effettuare una valutazione precisa dei danni alle strutture di cantina e di vinificazione. Visto però lo stato delle strade e in generale dei collegamenti si temono ripercussioni su tutte le attività connesse alla vendemmia.
Antonio Larraín, direttore generale della Corporación Chilena del Vino, ha dichiarato che all’appello quest’anno mancheranno almeno 200 milioni di litri a causa delle distruzioni provocate dall’evento sismico. José Miguel Sotomayor Oda, enologo e direttore commerciale di Viña Santa Cruz a Santa Cruz, in una mail ha fatto sapere che aziende come Viu Manent, Emiliana e Casa Silva, e molte piccole cantine di Colchagua, hanno perso tutto. Alejandra Inda dell’amministrazione della Ruta del Vino de Curico, in un messaggio ha informato che tutti gli edifici più antichi, i centri aziendali e le case padronali nei vigneti sono gravemente danneggiate.
“È una perdita storica irreparabile”. Lamenta danni anche Viña los Vascos, della Valle de Colchagua. Drammatica anche la situazione dei migliaia di lavoratori del settore che lamentano la scomparsa di molti e la perdita delle abitazioni. In un’intervista al giornale “Diario El Mercurio”, il presidente della Corporación Chilena del Vino, Gerardo Arteaga, ha valutato in via provvisoria i danni al settore in 600 milioni di dollari. Molte cantine segnalano la perdita di grandi masse di vino per il collasso delle grandi vasche d’acciaio e il danneggiamento di botti e barriques. Concha y Toro, la più importante azienda vinicola cilena, presente soprattutto nel centro sud dove è concentrata l’attività vinicola del Paese, in un comunicato ha detto che “la nostra azienda è stata fortemente colpita dal terremoto, anche perché le nostre cantine principali sono situate in prossimità dell’epicentro del sisma”. L’azienda ha sospeso le spedizioni almeno per una settimana viste le condizioni delle strade. Concha y Toro lunedì scorso ha perso il 3,1% alla Borsa di New York. In Cile la vendemmia delle uve bianche è già iniziata mentre tra poco si inizierà a raccogliere le rosse.

- Brasile, nasce il primo vino D.O. del paese
In primavera la Vale dos Vinhedos otterrà la Denominação de Origem del Brasile, la prima del Paese. A promuovere l’iniziativa è stata l’Associação dos Produtores de Vinhos Finos do Vale dos Vinhedos (Aprovale), un’area situata nello Stato del Rio Grande do Sud, nei territori dei municipi di Bento Gonçalves, Garibaldi e Monte Belo do Sul, a 120 chilometri da Porto Alegre. È considerata come una delle zone emergenti perché oltre ad essere di grande interesse turistico - solo nel 2009 gli enoturisti sono stati 180.000 - è una zona vinicola molto apprezzata, che già nel 2002 era stata classificata ad Indicação de Procedência. In Brasile, dove sono impiantati circa 77.000 ettari di vigneto tra uva da vino e da mensa, la viticoltura è iniziata nel 1532 quando il portoghese Martín de Souza introdusse le viti europee che furono piantate per la prima volta nell’Estado de Sao Paulo. I primi viticoltori del Rio Grande do Sul furono i gesuiti che producevano vino per la messa. L’attività ebbe una forte accelerazione con l’arrivo nel 1875 di una forte corrente migratoria dal Veneto, tuttora molto attiva. Non a caso le cantine hanno nomi quali Cavalleri, Aurora, Famiglia Tasca, Pizzato, Titton, Villagio Laurentis, Marco Luigi, Miolo. La Vale dos Vinhedos ha un’area totale di oltre 81 km2 e per il 26% è coltivata a vigneti ad un’altitudine media di 740 metri slm e ad una temperatura media tra i 16 e i 18 °C. Le uve coltivate sono Cabernet Sauvignon, Merlot, Tannat, Cabernet Franc, Pinot Noir; Tannat, Touriga Nacional, Tempranillo mentre tra le bianche Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Trebbiano.

- Francia, Champagne nel 2010 inversione di tendenza
Nel 2009 le spedizioni di Champagne sono scese a 293,3 milioni di bottiglie con un calo del 9% sul 2008. Sul mercato francese le posizioni sono state mantenute allo stesso livello dell’anno precedente, cioè 181 milioni di bottiglie. La diminuzione di vendite all’estero è stata particolarmente sensibile nell’Unione Europea con -17,4% (e 70 milioni di bottiglie) e in particolare nel Regno Unito, Italia e Spagna. Il resto del mondo è in calo del 25%, e inoltre la crisi economica mondiale e il differenziale di cambio ha avuto ripercussioni sulle vendite specialmente negli Usa e in Giappone, mentre i paesi emergenti come Russia, Cina, India e Brasile non hanno portato all’incremento di vendite sperato. Questa situazione generale ha messo in seria difficoltà finanziaria molte maison. Piper Heidsieck ha comunicato di voler licenziare almeno 45 dei 160 dipendenti a fronte di un abbassamento del 46% degli introiti e con 3,8 milioni di euro che mancano all’appello nel 2009. Comunque secondo il Civc, la tendenza dovrebbe modificarsi nel 2010, in quanto le eccedenze di stock nel circuito della distribuzione, specialmente all’estero, nel primo semestre, saranno assorbite. Questo starebbe a significare che il consumo sarebbe nettamente superiore alle spedizioni del 2009. A questo aspetto bisogna aggiungere che negli ultimi due mesi del 2009 le spedizioni sono aumentate del 5,9 sul 2008. Un evoluzione positiva - dice il Civc - che mette fine ad un periodo di cali che dura dal 2008.

- L’Asia, il futuro del vino
Secondo uno studio commissionato da Vinexpo, l’Asia sarà il futuro dell’industria del vino e crescerà a tassi paragonabili a quelli degli Usa. L’International Wine & Spirits Record (Iwsr) che ha curato la ricerca, sostiene che, dal 2009 al 2013, il consumo di vino in Asia crescerà del 25%, raggiungendo 1,3 miliardi di litri. Il mercato dell’Asia Pacifico poi, è destinato a superare i 6 miliardi di dollari nel 2011. Nel decennio compreso tra il 2004 e il 2013 il consumo di vino in Asia ha una previsione di crescita da 86 milioni di casse, mentre nello stesso periodo nel continente americano si aspettano solo 85 milioni di casse. Lo snodo principale del commercio vinicolo sarà sempre più Hong Kong, grazie alla sua posizione strategica proprio al centro del mercato asiatico. Nel 2010 si prevede che il consumo di vino nella città cinese dovrebbe superare i 33 milioni di bottiglie, delle quali il 70% è rosso.

- Argentina, le previsioni della vendemmia 2010
L’Instituto Nacional de Vitivinicultura de Argentina ha informato che per la vendemmia 2010 nel paese latino-americano si prevede un raccolto da 23.617.192 quintali con un 8% in più sul 2009. Il dato è comprensivo delle uve sia da mensa che da vinificazione oltre al concentrato e all’uva passa.
Il presidente dell’Inv Guillermo Garcia, nell’illustrare l’annata, ha affermato che “la vendemmia si presenta buona dal punto di vista qualitativo, mentre dal punto vista quantitativo è in aumento sul 2009 che è stata la più piccola degli ultimi dieci anni. Secondo le stime le province di Mendoza e San Juan, da sole, totalizzeranno 22.207.422 quintali segnando un + 9,2% sull’anno precedente.
In generale l’aumento della quantità sarebbe dovuto all’assenza di gelate, buona piovosità che ha alleviato gli effetti negativi dell’alta temperatura e una sanità delle uve molto buone. Se nella provincia di Mendoza l’incremento è del 15,4% a San Juan si prevede un calo del 5,2% dovuto alle sfavorevoli condizioni quali bassa escursione termica e la scarsa piovosità. Se non ci saranno ulteriori aggiustamenti delle stime, Garcia pensa che “il 2010 sarà difficile almeno tanto quanto l’anno passato”.

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