Mezzo secolo di Denominazioni d’Origine e 30 anni della Doc Gabiano, che nasce nel comune omonimo del Monferrato (Alessandria): in alto i calici per il doppio compleanno a cui è dedicata la tavola rotonda “Piccole doc, grande futuro”, all’interno di “Vino a corte”, l’evento di scena al Castello Gabiano il 26 maggio, promosso dai proprietari della tenuta, i marchesi Cattaneo Adorno Giustiniani (info: www.castellodigabiano.com).
Così in onore del cinquantesimo compleanno delle Doc e per omaggiare i 30 anni di questo vino rosso che deriva per il 95% da uve Barbera e dalla restante parte da uve Freisa e/o Grignolino coltivate esclusivamente nel piccolo comune piemontese di Gabiano, di cui si producono meno di 10.000 bottiglie all’anno, si apre questa tavola rotonda a cui parteciperanno personalità di spicco del settore vitivinicolo, moderate dal giornalista Sergio Miravalle: Andrea Desana, coordinatore del Comitato Promotore del Cinquantenario della legge sulle doc, Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona, produttore in Montalcino, scrittore e giornalista, fondatore di Ex Vinis, il sindaco di Gabiano Mario Tribocco, Giancarlo Scaglione, enologo e “anima” della piccola Doc Loazzolo, Costantino Charrere, dell’azienda valdostana Les Cretes, Patrizia Marin, chairman di Marco Polo Experience e docente del Master in “Food and Wine Communication” alla Iulm di Milano e con loro l’imprenditore e viticoltore Giacomo Cattaneo Adorno e l’enologo del Castello di Gabiano, Mario Ronco.
Se, da un lato, spiegano i promotori dell’evento, l’accentuata frammentazione del territorio vitato nazionale comporta maggiori difficoltà nell’emergere sui mercati internazionali, dall’altro essa è sinonimo di uno straordinario patrimonio enologico che l’Italia può vantare, e in particolare il Piemonte. Merito del terroir, quelle determinate caratteristiche del terreno e del microclima che danno anima e corpo a un calice di vino prezioso. Nel caso del Castello di Gabiano, poi, l’unicità della produzione è riscontrabile anche nella resa bassissima per ettaro, solo 50 quintali, nelle vendemmie limitate alle migliori annate e nei profumi intensi di questo vino.
Nelle cantine del castello sono conservate bottiglie di vendemmie storiche, a partire dal 1945. Ma la storia del Castello di Gabiano vanta anche una medaglia d’oro all’Esposizione Mondiale di Parigi del 1900: da allora ad oggi sono cambiate tecniche di coltivazione e di vinificazione, ma un elemento è rimasto intatto. È la sua forte personalità, concludono i promotori della tavola rotonda, un mosaico di emozioni gustative che si compone partendo dai filari che circondano la storica tenuta.
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