Dopo più di due anni di negoziati, il Consiglio dei Ministri, la Commissione europea ed il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul futuro della Politica Agricola Comune. Per il vino, il testo prevede all’art. 54 un nuovo strumento di gestione degli impianti: una risposta da troppo tempo auspicata dai viticoltori. Per Efow (European federation of origin wines), ma anche per Federdoc, membro e socio fondatore della Federazione europea, è il risultato di una lunga battaglia che ha permesso di far capire a Bruxelles che uno strumento di gestione e controllo delle produzioni per il comparto vino era necessario, che doveva essere continuativo ed armonico a livello di Stati membri, che doveva comunque essere rispettoso delle esigenze di ciascuna realtà produttiva nazionale. Il nuovo regime permetterà la crescita controllata degli impianti per un periodo dal 2016 al 2030, con un aumento massimo delle autorizzazioni dei nuovi impianti fino all’1%/anno per ciascuno Stato membro, durata dei diritti di impianto estesa da 3 a 5 anni come misura transitoria. Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di Efow e di Federdoc, socio fondatore della Federazione europea, ha dichiarato: “L’accordo odierno del Trilogo sul futuro della Pac è una eccellente notizia per il comparto vitivinicolo europeo. Le prospettive di crescita del settore si consolidano, e questo non può che apportare vantaggi all’economia delle differenti Regioni e alla bilancia commerciale della UE. Ringraziamo i deputati europei che ci hanno supportato nelle richieste ed in primis l’onorevole De Castro Presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento Ue, i Ministri dei Paesi produttori che si sono mobilitati fin dall’inizio per un nuovo sistema di controllo degli impianti, ma anche il Commissario Ciolos che ha saputo rispondere alle richieste del comparto con una disponibilità all’ascolto ed alla trattativa assolutamente costruttiva, il che ha permesso di arrivare all’accordo odierno”.
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