02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

IL VINO ITALIANO PUNTA ANCHE SU TAIWAN, PAESE DI 23 MILIONI DI ABITANTI CON UNA ELEVATA CAPACITÀ DI SPESA, E POTENZIALE PONTE PER L’ASIA: AL VIA “VINI ITALIANI A TAIWAN”, CON SVILUPPO ECONOMICO, UNIONE ITALIANA VINI, FEDERVINI ED ENOTECA ITALIANA

L’Asia del vino è soprattutto, ma non solo Cina. Perché ci sono anche altri mercati, ovviamente più piccoli, ma comunque interessanti, che fanno gola ai produttori di tutto il mondo. E anche del Belpaese. Come Taiwan, Paese che conta 23 milioni di abitanti con un reddito procapite molto elevato, 37.000 dollari, e che oltre a rappresentare uno sbocco commerciale, è sicuramente un ulteriore, potenziale, ponte verso il grande continente asiatico. E per conquistarlo ora parte il progetto “Vini Italiani a Taiwan”, promosso e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, con Unione Italiana Vini e Federvini, e il supporto logistico di Enoteca Italiana, già realtà leader della promozione del vino italiano in Cina con il suo braccio operativo Yishang. Due le fasi con cui prenderà il via il progetto, sulla scia del successo di “Vini italiani in Cina”: un seminario a Taipei, la capitale del Paese, in novembre 2013, destinato a giornalisti, opinion leader, operatori, buyer di department stores per iniziarli alla conoscenza dell’Italia enoica, e in incontri B2B, cui saranno invitati anche i Food & Beverage Managers dei principali alberghi e ristoranti, e anche tour operator. E poi un incontro in cui si parlerà di abbinamento vino cibo, per cominciare a colmare le consistenti lacune di conoscenza e informazione sul vino italiano nel mercato taiwanese.
Per Giovanni Pugliese, export manager di Enoteca Italiana e Vice Presidente di Yishang, “visto il successo che sta riscontrando Vini Italiani in Cina, inaugurato lo scorso novembre a Pechino, abbiamo deciso, in accordo con il Mise e con le federazioni, di puntare su un nuovo mercato. Anche nel caso di Taiwan, sarà necessario investire in azioni informative e formative al fine di superare il gap che contrappone l’Italia agli altri paesi produttori (Francia in primis) sia in termini di conoscenza che di quote di mercato. E quello che stiamo facendo, e che dovremo continuare a fare, è raccontare non solo quello che c’è dentro la bottiglia, ma anche quello che c’è intorno, i magnifici territori, le perle gastronomiche e le storie dei produttori, che affascinano il consumatore e sono gli argomenti più efficaci per creare valore aggiunto”.
“Oltre ad essere un mercato interessante per la sua elevata capacità di spesa, 23 milioni di abitanti con un reddito procapite molto elevato, 37.000 dollari, Taiwan - spiega Pietro Celi, dg per le Politiche di nternazionalizzazione e la Promozione degli Scambi dello Sviluppo Economico - è una testa di ponte verso il continente asiatico: questo moltiplica per i nostri imprenditori le opportunità commerciali, soprattutto nel food (vino, olio, Parmigiano, aceto balsamico, funghi). La presenza dei prodotti italiani, infatti, pur registrando un accresciuto interesse da parte dei consumatori locali, il cui reddito procapite è del livello di quello europeo, resta insoddisfacente rispetto alle potenzialità del mercato e alla qualità dei prodotti made in Italy. In particolare il vino italiano, molto apprezzato dagli intenditori, non appare sufficientemente conosciuto dai consumatori che amano le abitudini di consumo occidentale in generale, ma verso i quali occorre fare una capillare opera di informazione, comunicazione e formazione” .
Intanto, il progetto Vini italiani in Cina è tuttora in corso. L’inaugurazione è avvenuta a Pechino il 26 novembre 2012, in coincidenza con la visita di Stato del Ministro Passera, con un evento rivolto a operatori di settore, opinion leader, istituzioni cinesi ed italiane, cui ha partecipato tra gli altri il presidente di Federvini Vallarino Gancia. E’ seguito un wine party con i vini italiani abbinati a piatti tradizionali della cucina cinese, con circa 150 invitati, tra giornalisti della stampa specializzata e generalista, siti web, operatori del settore, produttori italiani ed importatori cinesi. In coincidenza con il Vinitaly, dal 1 al 9 aprile 2013, è stata realizzata la seconda fase del progetto, nella quale le cantine di Umbria, Toscana, Emilia e Veneto, selezionate dalle Federazioni di settore, sono state visitate da 14 opinion leader e giornalisti delle principali testate cinesi. La terza fase del progetto ha previsto una missione incoming nelle cantine di Sicilia, Puglia e Piemonte di buyer e distributori cinesi, (la compagnia Museo Trading che importa in tutta la Cina vini italiani, la Cofco che distribuisce vino nei propri centri della grande distribuzione organizzata, la Shilin Trading che sta cercando le produzioni di qualità per le proprie enoteche, la Vinotache ed un sito e-commerce, la Womai.com). La quarta consisterà in un incoming di buyer cinesi interessati all’acquisto di macchinario italiano per l’imbottigliamento e l’imballaggio alimentare, a metà novembre in accordo con le Associazioni Ucima e Anformape. Infine la chiusura del progetto, in calendario per il prossimo novembre, nell’Auditorium dell’ Italian Center di Shanghai, avverrà in coincidenza con la più grande fiera agroalimentare della Cina, la Food Hospitality China, e prevede la presentazione dei risultati del progetto, un workshop e incontri B2B.
Info: www.enoteca-italiana.it

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli