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“I MINISTERI DELLE POLITICHE AGRICOLE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO SI FACCIANO PARTE IN CAUSA NELLA VICENDA CHE HA COINVOLTO L’AZIENDA CEVICO NELL’INDAGINE ANTIDUMPING DELLA CINA”. COSÌ AGRINSIEME (CIA, CONFAGRICOLTURA E ALLEANZA DELLE COOPERATIVE)

“I Ministeri delle politiche Agricole e dello Sviluppo Economico si facciano parte in causa nella vicenda che ha coinvolto l’azienda Cevico, selezionata nel campione europeo su cui le autorità cinesi effettueranno le proprie indagini, nella procedura aperta contro i vini dell’Ue ai primi di luglio”. Così Agrinsieme (Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) dopo la notizia del campione selezionato da Pechino per l’indagine antidumping e antisussidi sul vino europeo importato i Cina.

“Già nei giorni scorsi, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Letta - prosegue Agrinsieme - e ai ministri dello Sviluppo Economico Zanonato, delle Politiche Agricole De Girolamo, degli Affari Esteri Bonino, e degli Affari Europei Moavero, e firmata anche da Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini, i presidenti di Agrinsieme avevano sollecitato un forte impegno politico per scongiurare questa eventualità. Arrivati a questo punto, i Ministeri competenti dovranno accompagnare e sostenere Cevico durante tutto l’iter che l’azienda dovrà sopportare durante il contenzioso. Questo è fondamentale, non solo per l’impresa italiana ma per il vino nel suo complesso. Da qui la richiesta di affidarsi ad uno studio legale unico, possibilmente anche al livello europeo, incaricato a difendere le aziende che saranno soggette ad indagine, evitando dispersioni, debolezze e costi aggiuntivi che andrebbero inevitabilmente a gravare sull'intero settore vitivinicolo, e dunque, sull’intera economia del nostro Paese”.

Il settore vitivinicolo per l’Italia, ricorda Agrinsieme, ha una grandissima importanza, sia in termini economici, con un’incidenza del 20% sull’intero export agroalimentare, sia in termini sociali, con 650.000 imprese e 1.200.000 occupati nel comparto. “E poiché il mercato cinese è notoriamente uno di quelli con maggiori prospettive di sviluppo, risulta evidente l’enorme danno economico-sociale che deriverebbe all’Italia, e all’Europa tutta, se le Autorità cinesi imponessero dei dazi sull’importazione di vini dall’Ue”.

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