L’estate “delle piogge” in alcuni vigneti, ma non in tutti, ha alzato il tasso di ansia dei viticoltori di Montalcino nei confronti di un’annata che a primavera sembrava avere tutte le carte, meteorologiche, in regola per arrivare alla vendemmia in condizioni straordinarie. Se in alcuni casi piogge, umidità e malattie della vite hanno portato al calo della produzione, quindi alla riduzione quantitativa, di vino biologico e non solo, per altri i problemi sono stati “arginati dalle mani dell’uomo”. Se le troppe precipitazioni, ovvero le lunghe ore di bagnatura fogliare, l’eccessiva umidità dei suoli, l’incessante sviluppo vegetativo e l’anomala compattezza dei grappoli, che ha portato (la Montalcinonews lo ha scritto a luglio) al fenomeno del gigantismo, hanno portato a ridurre il livello di rese quantitative, ora i produttori di vino biologico, e non solo, auspicano il bel tempo. Per la qualità della vendemmia 2014, infatti, qualche pioggia nel mese di settembre non sarà di disturbo, ma a complicare tutto potrebbero essere le piogge abbondanti e il pericolo di basse temperature diurne (circa 15° centigradi).
Schietto e senza mezzi termini è Maurizio Marmugi, agronomo Banfi, che dice alla Montalcinonews: “ci sono stati seri problemi a causa delle piogge, se il tempo non volge al meglio ci sono tutte le premesse per una tragedia, speriamo che non accada”. Cosa devono augurarsi i vignaioli di Montalcino? “ Che la stagione continui come in questi ultimi giorni, con vento e sole, che consentono di asciugare l’uva, perché - continua Marmugi - se ricominciasse a piovere potrebbero venire fuori problemi seri. In questi giorni abbiamo vendemmiato i bianchi riscontrando una buona qualità ma per arrivare a cogliere il Brunello c’è ancora un mese e per un’ottima qualità serve il bel tempo di settembre, caldo di giorno, fresco di notte e buona ventilazione”.
È già le piogge, tanta acqua, un numero impressionante di precipitazioni, proprio quelle precipitazioni che i metereologi, fino allo scorso anno, nelle estati del gran caldo diffuso delle recenti annate (due anni fa si contarono in estate ben 7 anticicloni battezzati con nomi altisonanti come Hannibal o Caronte), dicevano che non sarebbero più arrivate. Fino ad allora, il “mantra” era la desertificazione, l’assenza di acqua che i maestri del meteo profetizzavano come una situazione di non ritorno. Ma la natura, come sempre, ha sconfessato gli apprendisti stregoni e i vignaioli, da sempre abituati al contatto diretto con la terra e le intemperie meteorologiche, si sono “attrezzati” per affrontare anche gli effetti potenzialmente deleteri delle piogge eccessive. Nonostante i viticoltori siano intervenuti gestendo al meglio la difesa dei vigneti, ad oggi le previsioni sono in chiaro scuro, per alcuni, invece, la partita è tutta da giocare.
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