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Vino & Politica: dalla Russia rumors del possibile stop alle importazioni di vino dalla Francia, come risposta del Cremlino alle ulteriori sanzioni per la questione Ucraina imposte da Ue e Usa, e come già successo per molti prodotti agroalimentari

La messa la bando, da parte della Russia, delle importazioni di tanti prodotti agroalimentari made in Ue ha causato, e sta causando, non pochi danni e disagi ai produttori dell’Unione, Italia compresa. Ma l’azione di Mosca in rivalsa alle sanzioni economiche decisa dall’Europa come “punizione”, nei confronti del Cremlino, per il conflitto con l’Ucrania e le tensioni sulla Crimea hanno, di fatto, salvato il vino. Dato importante, per l’Italia, che è il primo partner enoico europeo del Paesi di Putin, in fatto di bollicine, per esempio. Ma ora anche il nettare di Bacco potrebbe cadere sotto la scure della Duma, il parlamento russo. Diverse testate internazionali, infatti, tra cui “Decanter”, riportano di una possibile giro di vite a partire dal vino di Francia, nella settimana in cui arriva la notizia della confisca di 3.000 litri di vino di importazione confiscati in Russia, perché non conforme ai regolamenti previsti.
La proposta di messa al bando del vino francese sarà discussa entro la fine dell’anno, e sarebbe una eventuale risposta alla decisione, da parte della Francia, di bloccare il trasferimento di mezzi militari in Russia, come parte delle ulteriori sanzioni concordate tra Usa e Ue per la questione Ucraina.
Un provvedimento, quello dello stop al vino francese, a cui si oppongono molti importatori di vino, visto che la conseguenza sarebbe la perdita di diversi milioni di dollari, visto che i vini di Francia rappresentano la maggior parte del mercato dei premium wines nel Paese. Ma che, se si concretizzasse, potrebbe rappresentare uno scomodo precedente per i Paesi che fanno affari enoici con la Russia. Come l’Italia.

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