Potrebbe essere il Pùcinum o Puxinum in latino, il vino tanto decantato da Plinio il Vecchio (23 - 79 dc) nella “Naturalis Historia” del primo secolo d.C., all’origine dell’odierno Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene. A dirlo, oggi dal Vinitaly (a Verona, fino al 25 marzo), è uno studio condotto dalla Fondazione Its Cerletti di Conegliano insieme a Carpenè Malvolti, cantina simbolo del Prosecco, per ripercorrere la storia delle celebri bollicine venete. Secondo lo studio, però, fu tuttavia nel Cinquecento che ebbe inizio l’affermazione del Prosecco, in seguito all’idea di un illustre personaggio triestino, Pietro Bonomo (1458 – 1546), segretario e consigliere di corte divenuto Vescovo di Trieste nel 1502, che studiando a fondo Plinio, ideò un’operazione di marketing ante-litteram, associando il Castellum Nobile Vino Pucinum al Castello di Prosecco, situato tra le foci del Timavo e la città di Trieste, dove si produceva un vino che divenne il diretto erede dell’antico Vino Pucino. Con il Castello di Prosecco che diventa così l’emblema di questo vino e del suo territorio di produzione, sino a prendere il sopravvento e a sostituirsi progressivamente al nome originario. Da questo momento, lo storico Vino Pucino inizia ad essere indicato come il dolce e delicato Prosecco.
Nel 1551 Volfango Lazio, medico, storico e geografo rinascimentale, emerge dallo studio, per primo associa l’identità del Prosecco col Pùcinum. Qualche anno dopo anche altri autori, tra cui Mattioli, Cardano ed Ortellio ne fanno menzione ed in particolare quest’ultimo lo colloca in una tavola cartografica relativa al Friuli, in corrispondenza della località di Prosecco nel Comune di Trieste. Tuttavia, bisognerà attendere la metà del 1700 per trovare la prima fonte documentale accertata della presenza del Prosecco in Veneto. Nel 1772 si ritrova la prima traccia documentale del Prosecco in ambito accademico e più precisamente in una relazione, che Francesco Maria Malvolti presentò all’Accademia degli Aspiranti di Conegliano.
Rilevante è il contributo di Giovanni Cosimo Villifranchi, che nel suo libro Oenologia Toscana del 1773 scrive: “Tra quelli (vini) d’Italia era dai Romani infinitamente gradito il vino Pucino, latinamente Puxinum, oggigiorno detto Prosecco, che tuttora si raccoglie nel pendio del Monte di Contuel in faccia al mare Adriatico, poche miglia distante da Trieste …”. Con questa testimonianza si desume in modo evidente l’associazione tra il vino Pucino con l’odierno Prosecco e ne viene ricondotta l’origine all’omonima località di Prosecco nel Carso.
Si è reso però necessario aspettare la seconda metà del XIX secolo perché il Prosecco potesse iniziare il suo percorso di valorizzazione grazie all’intuizione di Antonio Carpené (1838 - 1902), che per primo credette nelle potenzialità di questo vino rendendolo spumeggiante. L’anno della svolta è il 1868, quando proprio Antonio Carpenè, insieme ai soci Malvolti, Caccianiga e Vianello, fonda la Società Enologica Trevigiana, che poco tempo dopo diventa la Carpenè Malvolti. Questo fu il primo passo che diede un forte impulso alla diffusione del Prosecco, alimentato poi negli anni dalle successive generazioni della Famiglia Carpenè, a partire da Etile che per primo nel 1924 riportò in etichetta Prosecco Spumante Amabile dei Colli di Conegliano, anticipando di oltre 45 anni il riconoscimento della denominazione di origine. Oggi, con la stessa lungimiranza, Carpenè Malvolti vuole essere ancora una volta pioniere, riportando per prima in etichetta il termine Puxinum ed attribuendolo alla sua migliore espressione vitivinicola del Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg.
“La mia Famiglia - ha spiegato Rosanna Carpenè - sin dal 1868 si è impegnata costantemente per l’affermazione del Prosecco interpretando, generazione dopo generazione, mutamenti ed innovazioni che hanno contribuito ad affermare ed amplificare il successo e l’immagine di questo spumante su scala internazionale. La responsabilità storica di cui mi son fatta carico da quando ho assunto il mio impegno nell’impresa di famiglia, mi esorta all’innovazione continua nell’assoluto rispetto del passato e dei valori cardini insiti da sempre nella mission della mia azienda: “Scienza e Coscienza”. L’evento che abbiamo vissuto oggi e che ha segnato un’altra tappa storica, va in questa direzione e onora tale impegno. Vuole essere un omaggio al mio bisnonno Etile, che nel 1924 per primo introdusse il termine Prosecco in etichetta”.
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