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“Vino deve fare sistema con tutti i soggetti del territorio, perché la crescita dei consumi passerà per i prodotti locali”. Così, dalla tavola rotonda “Mercato interno del vino: quali le prospettive del 2016?”, il presidente Uiv, Domenico Zonin

“Dobbiamo fare più sistema con tutti i soggetti del territorio: aziende, ristoranti, enoteche, sommelier, distribuzione organizzata, per condividere e promuovere un processo culturale univoco che premi sia il mondo del vino sia i consumatori. Il consumo di vino al ristorante, nei prossimi due anni, è stimato possa crescere dell’8%, con una predilezione verso i vini locali o regionali (94,5% degli sondati), a suffragare il concetto dell’importanza del territorio, e con una forte tendenza a consumare vini al bicchiere (94% degli intervistati), indice del fatto che la modalità di consumo è cambiata, e che dobbiamo muoverci per trovare le formule opportune per essere al passo col tempo. La cultura della qualità e del territorio, anche per la distribuzione moderna, saranno il focus su cui concentrare gli sforzi nei prossimi anni”. Così Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini (www.uiv.it), dalla tavola rotonda “Mercato interno del vino: quali le prospettive del 2016?”, organizzata a Cesena dalla Uiv, in collaborazione con Foragri, per fornire una panoramica sullo status e sulle prospettive del comparto vitivinicolo per il 2016, attraverso i dati dell’Osservatorio del Vino, e dialogando con i più autorevoli esponenti del mondo vitivinicolo nazionale, i rappresentanti della Gdo, della ristorazione, delle enoteche, dal responsabile di Wine Monitor Denis Pantini al direttore di Foragri Roberto Bianchi, dal direttore Grocery Coop 3.0 Alesandro Bruni al responsabile vino di Partesa Alessandro Rossi, dal direttore centro studi Fipe Luciano Sbraga al presidente di Vinarius Andrea Terraneo.
“La cosa certa, almeno così i dati di Fipe ci dicono - spiega Zonin - è che dobbiamo insistere sul tema della cultura perché, se ben l’85% dei consumatori intervistati ritiene di non conoscere il vino, significa che da qui dobbiamo partire per promuoverlo attraverso un marketing della conoscenza, per il quale siamo disposti ad investire. La qualità non basta più per essere competitivi - conclude il presidente Domenico Zonin - ma deve essere supportata da un processo di crescita culturale da parte sia delle aziende sia del consumatore. Il territorio e la tradizione sono fattori prioritari per raccontare il nostro vino e sempre più dobbiamo imparare ad insistervi per far capire la complessità e l’unicità che siamo capaci di esprimere attraverso i nostri prodotti. Aiuteremo così anche il consumatore a recepire il vino non come semplice bevanda ma come il prodotto finale di un sistema responsabile, appassionato e ricco di professionalità. Questo farà la differenza per crescere in primis sul mercato interno e poi sul mercato estero, grazie ad una migliorata percezione che deriverà proprio da questa nuova cultura”.

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