Bolgheri continua ad essere un grande territorio del vino che attira investimenti, e quello enoico continua ad essere un settore florido, nel quadro generale, sui cui i grandi gruppi finanziari e assicurativi investono sempre di più. E, così, l’Agricola San Felice, del gruppo Allianz, da rumors WineNews, starebbe per acquistare 6 ettari di vigneto proprio a Bolgheri, in una delle zone più pregiate, vicino a realtà del calibro di Tenuta San Guido (Sassicaia), Masseto, Ornellaia, Guado al Tasso (Antinori), Poggio al Tesoro (Allegrini), Le Macchiole e così via (e dove di recente ha investito anche il magnate russo Nikolaev, tra gli uomini più ricchi del mondo per “Forbes”, che ha acquistato La Madonnina, come già riportato da WineNews, ndr).
San Felice, così, mette radici in uno dei territori più importanti d’Italia e di Toscana, dove già possiede oltre 210 ettari di vigna con San Felice a Castelnuovo Berardenga, nel Chianti Classico (140 ettari vitati), Campogiovanni a Montalcino (20 ettari vitati, di cui 14 ettari a Brunello di Montalcino) e Perolla in Maremma (nel territorio di Massa Marittima, 50 ettari di vigna).
Un investimento che, come detto, conferma sia il momento magico di Bolgheri come attrattore di capitali, ma anche la fiducia dei big delle assicurazioni e della finanza nel settore, dove investono sempre più con un ottica di sviluppo di impresa e diversificazione, e non più in ottica di “semplice” patrimonializzazione dei capitali, come avveniva in passato, e come raccontano altre esperienze nel Belpaese.
Da quella di Genagricola, holding agroalimentare del Gruppo Generali Italia, la più grande azienda agricola italiana, 13.000 ettari coltivati, di cui oltre 900 a vigneto, con sette cantine in Italia in cinque Regioni, dal Friuli al Piemonte, dal Veneto a Emilia Romagna e Lazio (con i marchi Borgo Magredo, Bricco dei Guazzi, Costa Arente, Gregorina, Poggiobello, Solonio, Tenuta Sant’Anna, Torre Rosazza, Vineyards V8+) e una in Romania (Dorvena), e che, come spiegato dall’ad Alessandro Marchionne, proprio sul vino punta per crescere ancora soprattutto all’estero (dopo un bilancio 2016 da 47 milioni di euro di fatturato), continuando in un percorso che ha inizio con quella che, tuttora, è la più grande ed estesa bonifica compiuta in Italia nell’Ottocento da un soggetto privato, e arriva fino al “metodo Genagricola”, un nuovo modello di business per il settore agricolo, fondato su tre pilastri, sostenibilità, sicurezza e sociale, per contribuire a fare crescere non solo uno tra i settori traino dell’economia, ma tutto il sistema Paese.
Ma c’è anche il caso di UnipolSai, con il marchio “Tenute del Cerro”, composto da 300 ettari vitati e divisi tra La Poderina a Montalcino, la Fattoria del Cerro a Montepulciano e la Tenuta di Monterufoli a Pisa, in Toscana, Còlpetrone a Montefalco e Montecorona ad Umbertide, in Umbria e Tenuta L’Arbiola, in Piemonte).
Mps Tenimenti Spa conserva, ancora, tra i suoi asset quello viticolo, rappresentato dalla tenute Chigi Saracini (753 ettari complessivi dei quali 65 coltivati a vigneto) e Poggio Bonelli (57 ettari di cui 18 a vigneto), entrambe a Castelnuovo Berardenga in Toscana.
Fa parte del patrimonio del Fondo Pensioni per il Personale Cariplo l’Azienda Agricola Trequanda, nella zona della Doc Orcia in Toscana (1.200 ettari complessivi, 60 dei quali vigneto).
Solo alcuni esempi, per citare i casi più celebri in Italia, senza dimenticare quelli all’estero, come il caso del Gruppo Axa che con la Axa Millesimès mette insieme oltre 450 ettari di vigneto tra Francia, (con Château Pichon Baron, Château Pibran e Château Petit-Village a Bordeaux, Château Suduiraut nel Sauternes, Domaine de l’Arlot in Borgogna e Mas Belles-Eaux in Languedoc), Portogallo (Domaine Quinta do Noval, nel Douro) e in Ungheria (Domaine Disznókö, Tokaj).
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