Dal Chianti Classico, con le tenute Tignanello, Badia a Passignano, Pèppoli, Castello di San Sano e Capraia, all’areale di Montepulciano con la Tenuta La Braccesca che insiste anche in quello della Doc Cortona, da Montalcino con la Tenuta Pian delle Vigne, a Bolgheri con la Tenuta Guado al Tasso, dalle colline fiorentine con la Tenuta Monteloro, a quelle di Sovana in Maremma, con la Fattoria Aldobrandesca, fino alla Tenuta Le Mortelle di Castiglione della Pescaia, in piena zona Doc Maremma, la cantina fiorentina è l’unica azienda che possiede un “presidio” in ogni denominazione toscana (fatta eccezione per San Gimignano). Una presenza toscana globale, che tuttavia non sembra nascondere una “propensione” predominante verso il Chianti Classico di Antinori, dove la griffe con sede storica in Via Tornabuoni ha concentrato le sue strategie a partire, dalla nuova cantina di Bargino. Naturalmente senza dimenticarsi del vino. Il Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2015 è davvero ben riuscito. Profumi nitidi e fragranti anticipano una bocca succosa e piena di chiaro-scuri e contrasti dolce-acido. Un rosso in grado di raccontare il suo territorio d’origine con uno stile moderno ma decisamente dotato di personalità e carattere. Un po’ la quadratura del cerchio, in un mondo del vino che sta cambiando i suoi gusti e che va in cerca con sempre maggiore forza dell’espressione territoriale di un vino.
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