Iniziare a fare vino partendo da zero, senza riferimenti storici a cui ispirarsi o da cui prendere le distanze, non è facile: ci vuole saggezza, pazienza, senso pratico e, senza dubbio, una buona dose di umiltà. Caratteristiche che Patrick Uccelli ha dimostrato di avere, riuscendo in 10 anni a costruire a Salorno, insieme alla moglie Karoline, una cantina ed un’azienda agricola estremamente stimolante. Non solo per i suoi vini (che, partendo dal Pinot Nero e Bianco vinificati in purezza, oggi vanta ben 8 etichette), ma per la gestione della tenuta stessa, di impronta biodinamica dal vigneto agli orti, senza dimenticare gli animali: un’agricoltura genuinamente biologica a 360 gradi, vissuta nel quotidiano da tutta la famiglia. Non avere punti di riferimento enologici, però, non è necessariamente solo motivo di disorientamento: permette anche di prendere decisioni fuori dal coro. È questo il caso di G., il Traminer Aromatico della tenuta, che macera a lungo sulle sue bucce: la morbidezza del caramello, dell’albicocca e della noce farebbero pensare ad un passito, ma la bocca sorprende con un autostrada vegetale sapida e fresca, che insieme ad un piacevole tannino e una punta amaricante, danno lunghezza e profondità a questo liquido ambrato. Senza bussola, quindi, si può. Soprattutto con l’intuito. E c’è già chi sostiene che, con questo G. beverino, Patrick stia rivoluzionando il Gewürztraminer dell'Alto Adige.
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