Per Egon Müller la qualità dei suoi vini si fonda esclusivamente su vigneti gestiti in modo rigoroso, attraverso basse rese e la ricerca della maturità ideale. L’approccio alla vinificazione è tradizionale e minimalista, per esaltare il terroir, con il Riesling assoluto mattatore e con i vini sempre con un residuo zuccherino, nel rispetto della tradizione enologica più autentica della Mosella. Arriva dal famoso Cru Sharzhofberg, che sorge su un terreno ricco di ardesia, unico anche perché riesce a dare con la sua materia prima longevità ed eleganza ai vini, il Riesling oggetto del nostro assaggio, che al momento della degustazione era in bottiglia da appena due settimane. Una specie di “infanticidio” visto la propensione all’invecchiamento dei vini di Egon Müller, ma anche un confronto con un Riesling di razza insolitamente giovanissimo e preso nel suo primo divenire. Al naso si percepiscono distintamente note di gelsomino, pesca bianca e un tocco di limone. Certo, l’evoluzione è assolutamente assente e quindi non ci sono le suggestioni idrocarburiche tipiche di questo vitigno, ma già la stratificazione aromatica primaria promette complessità futura. In bocca, la fusione della componente acida e di quella zuccherina è ancora da farsi, sono due elementi che per ora si contrappongono, dando però al sorso un contrasto già intrigante e un finale freschissimo, dalla chiusura quasi salina.
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