Probabilmente è la realtà viticola più nota di Spagna, profondamente legata alla zona di produzione dell’alta valle (Castiglia e León) del fiume Duero, a metà con il Portogallo dove invece lambisce la zona di produzione del Porto. Lo spartiacque può essere il 1982, anno del riconoscimento della denominazione Ribera del Duero e dell’acquisto di Vega Sicilia da parte della famiglia Álvarez, ma la Bodega produceva vino già da un secolo. Un percorso lungo e non privo di travagli ha condotto questa cantina al suo vino più blasonato, l’Único, attraverso un progressiva rilettura del suo uvaggo, nel quale prima contava di più l’apporto del Carménère, Malbec, Cabernet Suvignon o addirittura del Pinot Nero, invece di quello della Garnacha Tinta e del Trempranillo. Solo negli anni Novanta è arrivata la definitiva consacrazione, quando l’azienda si è data un’impronta più decisa e personale, che l’ha condotta ad un successo planetario. Il Ribera, oggetto del nostro assaggio da Magnum, è ottenuto da un uvaggio di Tinto Fino (cioè Tempranillo) con un piccolo saldo di Merlot. All’olfatto, propone intense note di viola e frutta rossa in confettura, solcate da cenni speziati. In bocca, l’attacco è caldo e avvolgente, lo sviluppo robusto ma ben articolato da una buona verve acida che rende il sorso lungo e contrastato. Un vino destinato ad invecchiare bene ma, forse, non va spettato per moltissimo tempo.
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