La Tenuta del Castello della Sala, acquistata nel 1940 dalla famiglia Antinori, può contare su 160 ettari a vigneto, piantati su suoli argillosi e sedimentario-vulcanici, da cui sono ottenute mediamente oltre 750.000 bottiglie. Non è un mistero che per molti appassionati, se non per tutti, questa azienda sia sinonimo di produzione bianchista e, soprattutto, sia la culla del Cervaro della Sala. E la cantina con sede a Ficulle è riconosciuta soprattutto per aver importato, al centro dell’Italia, un modello, quello borgognone, in tempi decisamente lontani. Con il tempo è arrivato anche lo sforzo di valorizzare la Doc Orvieto, una mission che parte da una cantina che affonda le radici del proprio successo su varietà volutamente internazionali e che racconta quanto sia sbagliato credere che per i cosiddetti “grandi produttori” il terroir non significhi nulla. La dependance umbra di casa Antinori si è dunque ritagliata un posto di primissimo piano nella mappa enologica bianchista del Bel Paese, soprattutto grazie al Cervaro, un vino che difficilmente delude. Ma Orvieto è anche terra di vini dolci e in particolare di muffe nobili. Ecco allora che arriva l’eccellenza anche in questa tipologia. Vino ricco di note di zafferano, limone candito, e cereali, il Muffato della Sala, è più elegante che denso al palato, ha un fine bocca coerente e piuttosto lungo nei ricordi aromatici che lo distinguono.
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