Se i Romani avevano definito questo lembo di terra Campania Felix, un motivo ci sarà stato. Siamo nell’Alto Casertano, alle falde del vulcano ormai inattivo di Roccamonfina, in zona denominata Cacciagalli: da cui avrebbe poi preso il nome la masseria di famiglia di Diana Iannaccone, oggi erede della proprietà, impegnata insieme al marito Mario Basco in una produzione enoica per la quale termini talvolta abusati come sostenibilità ambientale, agricoltura biodinamica, minima quantità di solfiti, assenza di chiarifiche o lieviti indigeni, sono qui pratica corrente: appendice di una filosofia quotidiana che abbraccia pure la trasformazione di olive, nocciole e castagne che finiscono anche sulle tavole del Bistrot 26, il delizioso locale che i due hanno aperto in quel di Teano. Nove ettari di vigna, fra i trentacinque complessivi, da cui arriveranno uve affinate fra cementi, anfore o botti grandi, con risultati rilevanti e sempre di grande personalità. Vitigni autoctoni decisamente radicati sul territorio, dall’Aglianico alla Falanghina fino al Pallagrello Nero, per vini articolati ma di beva franca e sostenuta come il Phos, Aglianico macerato, fermentato e affinato in anfora: grintoso, diretto ma profondo, marcato da toni di fiori e frutti rossi e neri (prugna, mirtillo, mora, marasca, viola e rosa canina) innervati da spezie calde e persistenti, dal ginepro al chiodo di garofano.
(Fabio Turchetti)
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