Anche se vanta una storia più lunga, Salcheto assume le sembianze che conosciamo oggi a partire dal 1997. E’ in questa data che Michele Manelli ne prende le redini, trasformandola, ma siamo al presente, in un modello oggetto di studio che mette al centro del suo percorso la sostenibilità ambientale. Un'azienda che merita una visita, per il grande lavoro sulle tematiche della sostenibilità, che vanno a braccetto con una qualità ormai ben consolidata. La cifra stilistica dei rossi della casa, dai più semplici a quelli più complessi e ricercati, è la finezza, il sapore e la grande bevibilità. Vini digeribili che richiamano i tratti del terroir d’origine in maniera nuova, dinamica, sensibile, senza risparmiare anche un po’ di sana imprevedibilità e un modo di intendere il vino finalmente scanzonato e fuori dai cliché più triti. Vini di territorio, dunque, a partire dal Sangiovese e da vinificazioni non invasive, che rifuggono solfiti e lieviti selezionati. E poi, appunto, una cantina “off-grid”, modello di efficienza ambientale. Il Nobile Salco 2013 ha profumi di amarena, erbe aromatiche e radici, con bei cenni agrumati e balsamici. In bocca è goloso e scorrevole, benché non privo di piacevoli durezze, e capace di non perdere di complessità. Il Salco, ottenuto dalle vigne più mature dell'azienda, Vigna del Salco e Vigna del Laghetto, si affina per 24 mesi in botte grande e tonneaux.
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