Quando Mastrojanni venne fondata, dall’avvocato Gabriele Mastrojanni che rilevò le tenute di San Pio e Loreto, nel 1975, Montalcino non era il borgo che conosciamo oggi e il Brunello doveva ancora diventare il rosso che “tira la volata” ai vini premium made in Italy. Eppure, l’azienda posta nella sottozona di Castelnuovo dell’Abate è riuscita a scrivere un bel pezzo di storia del Brunello, grazie ad una qualità delle proprie etichette riconosciuta da subito sopra la media e che ha trovato nei Brunello Schiena d’Asino e Loreto le sue indiscusse punte di diamante. Dal 2008 appartiene alla famiglia Illy, che ha lasciato intatto il fascino delle etichette di Mastrojanni, valorizzando questa bella realtà, oggi ben salda sui suoi 33 ettari a vigneto per una produzione complessiva di 110.000 bottiglie. Ecco allora dei Sangiovese austeri e scolpiti senza rinunciare a dolcezza e a sapore, con legno di varia grandezza dosato sempre con sobrietà. Ha profumi sgargianti e intensi, di frutta fresca, spezie fini e liquirizia il Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2012, che arrivano solo dopo un po’ di reticenza nel bicchiere, mentre passano cenni di macchia mediterranea e ricordi di fiori leggermente appassiti. La bocca impressiona per densità, sfumature e profondità, che si declinano però con leggiadria e ritmo, grazie ad una puntuale e vivace verve acida che rinfresca e allunga il sorso.
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