Cantina vivamente sconsigliata ai romantici e ai teneri di cuore in generale. Inerpicarsi fin quassù, per godere dei panorami e delle suggestioni mozzafiato della val Nervia, potrebbe infatti mettere a repentaglio persino le coronarie del più anaffettivo degli irriducibili: ma se a questo aggiungiamo che Terre Bianche (nome acquisito dal chiaro terreno argilloso, sottostante i vigneti) è da sempre anche un caposaldo enoico per il rossese e per l’ambito di Dolceacqua, ogni minima titubanza al momento della partenza dovrà essere definitivamente accantonata. Tutto muove nel 1870 grazie a Tommaso Rondelli, che in quell’anno decise di impiantare le prime uve di rossese, uva autoctona qui davvero di casa: pur se l’era moderna inizia nel 1980 con Paolo e Claudio Rondelli (quest’ultimo poi sostituito dal figlio Filippo), coadiuvati dal socio e amico Franco Laconi. Un ulteriore consiglio: una volta che avrete deciso di andare a trovarli, programmatevi anche qualche giorno di vacanza, visto che la cantina è munita di un agriturismo atto a rinfrancare corpo e anima, circondato (oltre che da vigneti e oliveti) soltanto da natura e silenzio. Detto in chiusura che anche Vermentino e Pigato fanno parte del corpo aziendale, ecco questo Rossese tipicamente speziato, fruttato e di beva godibilissima: in bocca chiude floreale, succoso ed elegante, con tannino sapientemente modulato.
(Fabio Turchetti)
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