Un progetto innovativo e ambizioso in una zona del Chianti che non ha bisogno di presentazione: Castelnuovo Berardenga. Oltre 200 ettari di superficie, di cui ben 65 vitati e altri 45 pronti per essere piantati entro il 2019. Struttura ricettiva a 5 stelle. Adesione al gruppo di ricerca che assomma un pacchetto importante di cantine ed è guidato da Riccardo Cotarella (ovviamente punto di riferimento enologico della label). Veste modernissima e incisiva per le bottiglie. E vini articolati lungo la piramide della denominazione: il Classico, la Riserva, il Gran Selezione. Divertente e stimolante, per chi scrive, iniziare l’approccio e la descrizione dei risultati dal mattone di base, 100% Sangiovese, fermentazione in acciaio con sosta medio-breve (dieci giorni) in macerazione, poi tre dimensioni di legni per l’affinamento e relative partite accortamente missate nel blend finale. Il risultato è un vino da bere, con piacere immediato e ripetute possibilità di replica nel tempo, e un registro fruttato tipico, imperniato sulla classica ciliegia, speziato con discrezione dagli apporti del rovere, ma già in fase di equilibrato sgabbiamento. Impeccabile la nota tattile: ancorata a tannini di evidente maturità, presenti e materici, ma senza pecche di scorrevolezza. Piacerà in Italia e fuori (molto anche fuori) questo Chianti, che alza attese e asticelle per i “fratellini” di rango superiore.
(Antonio Paolini)
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