Anno 1894, a Barbaresco nascevano i vini "di lusso e da pasto", ovvero i vini della Cantina Sociale di Barbaresco, voluta da Domizio Cavazza, allora preside della Regia Scuola Enologica di Alba. Fu l'inizio della storia enologica del paese, di cui queste etichette portavano il nome: non esisteva più solo il Barolo e Barolo. In principio erano nove persone tra agricoltori e proprietari. Oggi la cooperativa conta 50 soci per un centinaio di ettari, tutti a Nebbiolo, con vigneti nei più bei cru della zona, le famose nove menzioni geografiche riportate sulle bottiglie che diventano Riserva (e che escono solo nelle annate all'altezza). Questo Pora Riserva esce nella vituperata annata 2014, che ha fatto tremare i polsi a tanti viticoltori in gran parte d'Italia. Qui invece si parla di "vendemmia fortunata", perché mentre a Barolo la raccolta sarà ricordata per essere stata assai bagnata, a Barberesco la pioggia ha graziato i filari. Se siete cultori dei "vini di una volta", il Pora non vi deluderà, perché è super tradizionale: 40 giorni di macerazione, tre anni di botte grande e un anno di bottiglia. Rubino acceso e naso di viola e miscela di caffé etiope - ovvero leggermente rotonda - che tornano in bocca in piena coerenza. Il tannino ha una trama serratissima e supporta con eleganza la beva scorrevole e minerale. Vengono in mente le parole di Cavazza: un vino da pasto, ma lussuoso nella sua armonia.
(Francesca Ciancio)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024