In fondo dev’essere un po’ come accorgersi un giorno, un po’ per caso e un po’ inseguendo una curiosità vagamente speranzosa e mai sopita del tutto, che la vecchia banconota del prozio, conservata per affetto, è in realtà un pezzo numismatico di bel valore. È andata così per questo vitigno, “Malvasia Greca” nella tradizione locale, che Ernesto Casalone, papà degli attuali conduttori della ditta, ha riscoperto negli anni Ottanta e su cui ha scommesso con passione, dedicandogli ricerche, tanto lavoro e - alla fine - ben tre vini. Oggi l’ex “orfanella” monferrina, allora negletta e quasi sparita, è solidamente iscritta nel Registro Nazionale delle Varietà come “Malvasia Moscata”. In casa Casalone, però, il suo nome da sempre è Monvasia, quasi a rivendicarne la riscoperta e il rilancio. Se ne produce un bianco (ora il 2017), un passito (ultima annata, 2015) e, glorioso e godurioso, un metodo classico da singola vendemmia e tre anni sui lieviti, raddoppiati quest’anno per un’edizione speciale che celebra il decennale di produzione dell’etichetta ed è basata sull’annata 2012. Vivace e intrigante, il vino regala seducenti note di rosa ed erbe officinali (Malvasia Moscato, appunto…), preludio a un delicato gusto di frutta bianca e ricordi fini di pasticceria. Equilibrato al gusto, gioca a tutto campo, dall’aperitivo ai crudi di mare, passando per la divertente merenda “sinoira” piemontese.
(Antonio Paolini)
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