L'azienda viticola piemontese di Genagricola - l'attività agricola più estesa d'Italia, con oltre 8.000 ettari - è nel Monferrato e sorge su un "bric", quello dei Guazzi per l'appunto, con una vista d'incanto su ciò che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Cinque dei trenta ettari aziendali sono dedicati all'uva Albarossa, l'incrocio tra Nebbiolo e Barbera inventato negli anni '30 del secolo scorso dall'ampelografo Giovanni Dalmasso, ma ripreso verso fine degli anni '70 e messo in produzione all'alba del 2000 da aziende storiche del panorama piemontese. Nel 2010 poi è arrivata la Doc. I vigneti sono ad Olivola, nell'Alessandrino, su terreni marnoso-calcarei a circa 150 metri di altezza sul livello del mare. Con soli sei ettari di coltivazione, Bricco dei Guazzi è in pratica il più grande produttore di Albarossa esistente e, credendo in questo vino, ha investito in ulteriori due ettari. È un rosso che fa macerazione sulle bucce per circa una settimana e, grazie a frequenti rimontaggi, mostra un colore intenso e materico. Il passaggio in legno c'è, prima barrique e poi botti grandi per più tempo. Dicevamo di un colore quasi impenetrabile che al naso rimanda alla frutta nera come il mirtillo e la mora; in bocca questa "oscurità" si traduce in liquirizia, pepe nero, cuoio e ancora polpa scura. Il profilo tannico è importante, ma ha la giusta trama per sostenere tanto corpo.
(Francesca Ciancio)
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