Quattro sintoniche mani alla guida del progetto, quelle di Barbara Liuzzi e di Marco Nicolosi Asmundo (lui concretamente impegnato a “fare” il vino, lei a coccolare l’azienda che ne è nido e custode). Location etnea (Milo) strepitosa per qualità e posizione delle vigne, e decorata poi da una deliziosa struttura d’accoglienza. Poi, ad arricchire ulteriormente la già generosa collana, la gemma preziosa - quanto impegnativa - della vigna a Salina. Gamma composita quindi, in cantina; ma di altissimo livello medio, e straordinariamente coesa. Dal rosato “pista e mitti” - uva schiacciata, separata dalle bucce e proiettata direttamente in botte - tutto grazia e fragranza, al bianco d’annata (ora in fresco spolvero il 2017, stoffa opulenta d’abbrivio, ma fruttato fine e delicato) o al rosso (importanti tutti, super il completissimo 2014), entrambi capaci di vita lunghissima e felice. Ma il posto d’onore nel ranking di casa (a volerne per forza assegnare uno) spetta forse oggi all’impressionante Contrada: tipico all’estremo, distillato autentico - e saggiamente assecondato da chi ne ha pilotato il parto - di terroir, quasi ritegnoso al primo impatto, appena scabro nella sensazione tattile fissata da un nerbo acido compostissimo ma vivo, si affusola e si stende poi al palato, sempre fresco e vibrante, in bilico tra floreale e ammandorlato, procedendo sicuro verso un interminabile finale.
(Antonio Paolini)
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