L’azienda Michele Chiarlo, fondata nel 1956, non ha bisogno di molte presentazioni e resta saldamente un punto di riferimento per la vitivicoltura piemontese. Tre strutture aziendali, 11 vigneti tra Monferrato, Langhe e Alessandrino, 120 ettari coltivati, per 1.100.000 bottiglie annue, nel portafoglio etichette come Barolo, Barbaresco, Nizza, Barbera d’Asti, Gavi, Moscato d’Asti e altre più generaliste. I Chiarlo, Michele, Alberto e Stefano che sono sul ponte di comando aziendale, rispettosi dei diversi terroir, si sono sempre distinti per un approccio laico, non privo di innovazioni (basse rese, riduzione dei tempi di macerazione, affinamenti in legni di varie dimensioni), con vini dalla cifra stilistica moderna, attenta alla precisione aromatica e all’espressione delle caratteristiche salienti dei territori da cui provengono. Molti i prodotti nel carnet della casa, dunque, ed una precisa scelta aziendale che ha da sempre riservato un particolare spazio alla Barbera, varietà considerata a torto minore. Evidentemente non trascurando il “mostro sacro” Nebbiolo sia nella declinazione di Barolo che in quella di Barbaresco. Come nel caso dell’Asili 2015, per giunta ottenuto nel Cru, probabilmente più significativo della denominazione e che dà i vini più fini ed eleganti. Al naso corrono note di viola, lampone e mora insieme a cenni speziati. In bocca, il sorso è profondo e di sapida persistenza.
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