L’amore, e i sentimenti in generale, non seguono mode, non sono cangianti e non mutano i propri caratteri a seconda delle necessitò opportunistiche, proprie o altrui. Per questo parlare di Roberto Picéch significa anche ricordare il nonno prima e il papà poi, essendo la loro esistenza umana e professionale caratterizzata da un filo conduttore immutato, sin dai primi del Novecento: cioè dal momento in cui la loro macchina s’è messa in moto, per non fermarsi più. Anche quando sarà Egidio, figlio del fondatore (e detto il “ribel”, per via del carattere decisamente tutto d’un pezzo e anticonformista), a proseguire il cammino intrapreso in cima a quel colle di Pradis, vicino a Cormòns: quell’Egidio, che il figlio Roberto, ancora bambino (e dal 1989 attuale conduttore dell’azienda), vedrà ammalarsi a causa di un’intossicazione legata ad un antiparassitario. Fattore che lo porterà senza indugi a seguire dettami biologici ed ecosostenibili in tutta la sua attività, nel frattempo passata dai quattro agli otto ettari attuali e con una cantina rinnovata in toto nel 2006, con tanto di impianto fotovoltaico. Le uve sono quelle classiche del Collio, per vini mai immediati e decisamente personali. Questa Malvasia è una vera chicca: floreale, fruttata, aromatica, balsamica e speziata al naso, e in bocca sapida, persistente e dinamica. Ha ragione, il nostro Roberto, ad esserne così orgoglioso.
(Fabio Turchetti)
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