Dal mondo dell’abbigliamento a quello del vino. Questo il percorso di Mariano Buglioni patron dell’omonima cantina, fondata nel 1993 a Corrubbio di San Pietro in Cariano, nel veronese, ma soltanto dal 2000 effettivamente produttiva con la prima vendemmia. Come, d’altra parte, il numero di bottiglie, attualmente 240.000, potrebbe stare oltre le 400.000, grazie ai 49 ettari di vigneti in produzione. Sul mercato interno, l’azienda ha compiuto una scelta che potremmo definire “autarchica”, sfruttando esclusivamente i propri punti vendita: il winery-restaurant Locanda del Bugiardo, l’agri-relais Dimora del Bugiardo e la winery-osteria Osteria del Bugiardo, mentre sull’estero si gioca una più classica partita. Ma non si tratta dell’unica scelta controcorrente. L’articolato portafoglio etichette abbraccia la tradizione, con un tocco decisamente modernistico, ammiccante e per tutti i palati, proponendo, anche per le tipologie più complesse, un approccio molto “easy”. Ci sono un Rosato Frizzante delle Venezie, il Molì, un Brut Rosé, Il Vigliacco, un Brut, Lo spudorato, un Bianco delle Venezie, Il Disperato, un Valpolicella Classico, Il Valpo, un Superiore, L’Imperfetto, un Ripasso, il Bugiardo, un Recioto, Il Narcisista, un Amarone, Il Lussurioso, e il Lugana Musa, oggetto del nostro assaggio. La versione 2018 punta tutto sulla freschezza e la facilità di beva, esaltando la vivacità acida e la fragranza.
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