Quando ha cominciato nel lontano 1992 Nino Caravaglio, aveva ereditato un piccolo appezzamento di nemmeno un ettaro: vinificava nel garage di casa imbottigliando manualmente poche centinaia di bottiglie che vendeva ai ristoratori locali. Ma Nino, vignaiolo autentico, già all’epoca aveva ben chiaro cosa volesse fare dopo gli studi in agronomia: con grandi sacrifici, parcella dopo parcella, allargare il vigneto, mettendo su nel contempo una piccola cantina. Sin dal primo momento ha coltivato le sue vigne in regime di agricoltura biologica e siccome all’epoca non esisteva un ente certificatore in Italia ne trova uno addirittura in Francia per avere la tanto agognata certificazione. Adesso gli ettari vitati sono 15 sparsi per Salina in ben 40 diverse particelle, mentre ne ha impiantati altri 5 a Stromboli, che entreranno in produzione tra due anni. Nell’ultimo lustro ha lavorare sullo stile della sua Malvasia passito cercando il perfetto equilibrio tra acidità, struttura, dolcezza e spessore in modo da aumentarne con la bevibilità anche la possibilità di non farne soltanto un vino da fine pasto. Elegantissima la Malvasia Passito '17 dal bouquet ampio e persistente, di agrumi, frutta a polpa gialla canditi, fichi al forno, lavanda e rosmarino, sale marino. Il sorso è in perfetto equilibrio tra una spiccata acidità e un frutto dolce ma tonico e succoso, per un finale fresco, fruttato e lunghissimo.
(Massimo Lanza)
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