Rampollo d’una dinastia di vigneron a Santenay, Vincent Girardin s’è messo in proprio nel 1980, a 19 anni, partendo da due ettari avuti in eredità. La crescita è stata sicura e luminosa. Girardin s’è imposto presto tra i nomi di spicco in un’area gloriosa. L’azienda è cresciuta, conquistando presenze nelle appellation più prestigiose, da Batard a Corton. Puligny, ove la maison ha vigna in più d’un 1er cru, resta però un baricentro della produzione, curata dal 2000 da Eric Germain. Un test di finezza e nobiltà centrato appieno anche dopo l’uscita del fondatore, che nel 2012 ha passato la mano a Jean Pierre Nié. Con Les Combettes siamo al nord dell’area, tra Puligny e Mersault, suolo a prevalenza calcarea e vene argillose, prodromo di eleganza e slancio. E infatti, dopo la fermentazione con lieviti indigeni in barrique (25% nuove), 18 mesi di legno, massa in acciaio e riposo in vetro (e qui s’imbottiglia seguendo all’antica le fasi lunari) il risultato parla alto e forte. Il 2013 – annata non facile, con punte torride in agosto ma notti curiosamente fresche e poche piogge, meno reputata della 2014, ma con alcune buone sorprese - si offre con perfetta bevibilità, equilibrato e luminoso, senza mollezze ma di pieno impatto al palato, dopo un’apertura di giochi olfattiva ampia, suadente e senza residui di “legnosità”. Un gustoso ticket per approcciare i piani alti della Borgogna in bianco.
(Antonio Paolini)
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