Non c'è nulla che non sia stato fatto "ammano". Anche le etichette, scritte di pugno dalla produttrice, magari di sera per rilassarsi un po' - e come dice lei - davanti a una birra e una partita dell'Nba. Per Marilena Barbera, produttrice siciliana di Menfi, l'uomo vale quanto la natura, a patto che entrambi scelgano l'artigianalità. Questo vino bianco rappresenta anche la svolta ufficiale della sua azienda verso una "naturalità" che vuol dire rigore, rispetto, anche coraggio, possibilità di sbagliare e dire " potrebbe non funzionare". Che è poi un po' la storia di questo Zibibbo vinificato a secco, nato grazie all'uso non di macchinari ma di strumenti - il torchio-giocattolo, il bastone con le catene per smuovere le fecce, le bacinelle per i travasi. E poi le mani, lo strumento più sensibile a disposizione secondo Marilena. Poco meno di 2000 bottiglie di un vino che muta in continuazione, recalcitrante alla staticità. La sua personalità sta proprio in questa continua capacità di rigenerarsi in bottiglia. Non chiarificato né filtrato, il liquido appare sempre un po' velato. Colpisce per un colore dorato intenso, come intenso è il ventaglio di profumi di macchia mediterranea e di zagara d'arancio. Il varietale dello Zibibbo è nelle note esotiche di frutta secca e incenso. In bocca è cangiante, perché gioca un'altra partita, che è quella del salmastro, dell'acidità e di una beva assai tesa.
(Francesca Ciancio)
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