Gran donna, Elisabetta Foradori, di cui è quasi impossibile non invaghirsi almeno un po’. È così pressoché da sempre, o comunque da quando s’è fatta giustamente conoscere per i meriti acquisiti letteralmente sul campo: fra quelle vigne da cui è stata capace di tirar fuori il miglior Teroldego a misura anche d’uomo, almeno fino a quel momento (ma a dirla tutta, in realtà, pure a seguire). Sempre al passo coi tempi, talvolta persino in anticipo: ad iniziare da quando, giovanissima, s’è trovata a gestire la complessa attività aziendale anche per via della prematura scomparsa del papà. Per proseguire, fra le tante che si potrebbero citare, al rispetto per l’ambiente che la circonda, che dal 2002 l’ha vista convertirsi alla biodinamica: non per scimmiottamenti modaioli, sia ben chiaro, quanto per aver saputo vivere e interpretare al meglio l’eco-sostenibilità che comunque le si attaglia. Oggi sono anche i figli a supportarla nelle sue convinzioni e nella sua coerente e consequenziale attività: insieme a dei collaboratori decisamente in sintonia con lei, che ha saputo trarre da un’uva un tempo qualitativamente sottovalutata, allevata nella piana rotaliana, un capolavoro. Questo 2015 si conferma ad alti livelli: complesso, speziato e con frutto saldissimo ad anticipare un assaggio dal tannino importante, ma ben dosato, ed una mineralità rocciosa ma serbevole, dal persistente finale.
(Fabio Turchetti)
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