Il territorio del Brda è piccolo. Al suo interno minuscoli villaggi si susseguono uno dopo l'altro, aprendo e chiudendo frazioni in poche centinaia di metri. Ognuna di queste ha case dove c'è qualcuno che lavora la vigna. Come la famiglia Kocijancic a Neblo. Siamo in Slovenia dove il confine è a un tiro di schioppo con l'Italia e più che tirare dritto fa zig zag tra paesaggi e lingue diverse. E' il cuore del Collio che infatti in sloveno si dice Brda. Qui Borut nel 2007 ha ereditato le vigne del padre, delle quali si prende cura insieme alla moglie Mateja. Un personaggio istrionico Borut, capelli lunghi, orecchino, abbigliamento un po' rockettaro, un passato da ristoratore, poi la voglia di stare nella terra. Si definisce un po' la pecora nera del territorio perché in una zona che sta puntando sempre più sui bianchi, lui si sente un rossista. Il terreno è di quelli nobili: marne con buone esposizioni che risentono sia delle brezze marine che dell'aria fresca della Burja - siamo tra le Alpi e il Mediterraneo. Tante le etichette firmate Zanut, ma noi, tra queste, ci soffermiamo sul Cabernet Sauvignon in purezza. Vendemmia nella seconda settimana di ottobre, tre settimane di fermentazione sulle bucce, acciaio e niente legno, il frutto del cabernet così com'è, ovvero scalpitante, naso denso di polpa di frutta nera come mora e mirtillo, pepe bianco, ferroso al punto giusto. Un Cabernet da ordinare senza pensare di osare troppo.
(Francesca Ciancio)
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