L’esperienza con i rossi della Loira a base di Cabernet Franc non lascia indifferenti. Anzi, ti fa toccare con mano una delle zone viticole di Francia più intriganti, ancorché non compresa nel triangolo Bordeaux-Borgogna-Champagne. Un Cabernet Franc che può ergersi a paradigma dell’espressività altra di questo vitigno, troppo legata, probabilmente, alle declinazioni bordolesi, nuovomondiste o bolgheresi. Il Franc di Clos Rougeard raggiunge vette inarrivabili attraverso la rigorosa conduzione dei suoi ceppi, da sempre allevati rispettando il territorio e oggi in regime biodinamico. I vigneti allevati a Cabernet Franc, che danno vita a due diversi Cru, poggiano su suoli capaci di conferire maturità e struttura a Les Poyeux (terreni sabbiosi e argillosi) e una straordinaria eleganza a Le Bourg (terreni calcarei). Quest’ultimo nella versione 2010 mette in campo proprio un altro passo e un altro modo di porsi del Cabernet Franc. Parte da un naso ridotto e timido, con ricordi sanguigni e ferrosi, lontani dalla fragranza che uno si aspetterebbe. Poi scoppia brillante e sfaccettato con note speziate finissime che si incrociano con cenni erbacei, edera soprattutto, di rara freschezza e intensità. Il sorso è leggiadro, vivace, articolato e pieno di chiaro-scuri e contrasti. Meraviglioso, insomma. Un vino a suo agio con i lunghi affinamenti in bottiglia e ad altissimo tasso di originalità.
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