Che la Toscana fosse un centro della civiltà etrusca è ormai un fatto accettato da tutti, e molte ricerche ed esplorazioni hanno solo confermato l’importanza del legame fra il vino a questo popolo, seri coltivatori della vite e molto goderecci. Le tombe scavate e inventariate hanno sottolineato la centralità del vino nella vita etrusca, un popolo sempre pronto ai banchetti, anche da celebrare nell’aldilà. Maria Pia Pagani de Marchi, fra il 1987 e il 1988 scoprì nella sua proprietà la sepoltura del Principe Guerriero e dieci altri luoghi di tumulazione. Il “guerriero”, ovviamente, era già pronto per il suo viaggio e possedeva tutto il necessario per la degustazione dei vini che gli sarebbero stati proposti. Ispirata da questa scoperta, la proprietaria decise nel 1996 di intraprendere il nuovo corso e diventare vignaiola professionista, strada di cui non si è mai pentita. La scelta di ingaggiare il winemaker Attilio Pagli è stata molto azzeccata e il suolo di Casale Marittima, molto ricco di argilla ed elementi minerali, benché mai impiegato prima, ha funzionato benissimo e si è rivelato ben propizio alla viticoltura. Molto riusciti numerosi vini, ma la vera chicca è il nuovo Cabernet Sauvignon, bottiglia – con il bollino in bella evidenza – che segnala la lunga fermentazione e sosta sulle bucce. Una rivelazione: ricco, possente, speziato e sontuoso ma sempre con l'eleganza che contraddistingue il vitigno.
(Daniel Thomases)
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