Ma se non ci fossero stati loro? Chi lo sa. Per carità, non esageriamo: molto probabilmente altri avrebbero comunque costruito tanto e bene, in una regione oltretutto fra le prime ad essersi occupata di uva e di vino nella storia dell’uomo. Ma se la Calabria è senza dubbio straordinaria, è anche lenta (lentissima) a far conoscere il meglio di sé e a valorizzarlo appieno, così come poco disposta a gonfiare orgogliosamente il petto dinanzi ai propri meriti e alle sue bellezze artistiche e geografiche. In ogni caso, con i se e con i ma non si va da nessuna parte: ecco perché va riconosciuto ai fratelli Librandi che se non ci fossero stati loro la primogenitura di un’enologia calabrese finalmente moderna, sensibile e consapevole sarebbe stata ancora molto in là da venire. Tutto ciò a latere dei numeri, ovviamente, pur decisamente considerevoli considerando che ci si trova davanti alla più grande azienda regionale, per estensione e quantità di bottiglie prodotte. Nicodemo e Antonio Librandi, uomini capaci e di spiccata sensibilità (il primo ci ha purtroppo lasciati alcuni anni fa) hanno fatto il possibile, per trarre il meglio dalle loro terre: come dimostra anche questa Riserva, un loro classico e sempre una garanzia. Da vecchie vigne ad alberello, muove al naso con ricordi agrumati, di viola e di marasca, proponendosi al palato con tannino elegante, spessore e lunga persistenza.
(Fabio Turchetti)
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