Non sono molte le aziende che producono sistematicamente vino di qualità assoluta sebbene in una zona dotata al massimo livello come il comune di Montalcino. “Nice work if you can get it” secondo Duke Ellington. A dire la verità pochi sono all'altezza, ma una figura chiave si trova sicuramente in questa area del grande Sangiovese, dove l’uva locale, conosciuta con il nome di Brunello, raggiunge una maturazione e una ampiezza poco paragonabile altrove. Il produttore si chiama Roberto Fuligni, illustrissimo professore di diritto a Siena e proponente, con pochi rivali, di bottiglie ricercate nei quattro angoli del globo terracqueo. Che Fuligni fosse un talento precoce era evidente fin dalle prime produzioni ed è diventato chiaro con il lancio del Brunello 1982 e 1983 del giovanissimo professore: indubbiamente buono il 1978, Brunello, molto tipico delle buone produzioni di quella epoca, ma una espressione del Sangiovese che rivelava una filosofia un po’ generosa, una concentrazione e persistenza che impallidiva di fronte al più succulento, sostenuto e nobile vino degli anni Ottanta. Che dimostrava, inoltre, che le diverse esposizioni del Brunello maturavano in modo egregio in tante parte del territorio ilcinese: qui le vigne guardano sudest. Nessun disturbo per il professore: una viticoltura superiore e l’uso magistrale di botte e barrique si sentono da trenta anni in ogni calice del grande vino toscano.
(Daniel Thomases)
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