Forse è proprio vero che, alla fin fine, non ci siamo poi inventati nulla. Corrisponde probabilmente a verità, al termine della fiera, che quelle che a noi sembrano chissà quali innovative intuizioni tanti liberi pensatori le avevano tutte già in testa, da molto tempo prima di noi: senza quindi dover attendere fino al ventunesimo secolo per trovare la retta via, o per rimanere folgorati sulla via di Damasco. Prendete Scacciadiavoli, ad esempio (il nome della cantina sembra essere legato ad un esorcista che un tempo viveva nei pressi della tenuta): si era nel 1884, infatti, quando il principe Ugo Boncompagni Ludovisi di Piombino ritenne utilissimo al suo scopo progettare i quattro piani di cantina nei quali, ancor oggi, il passaggio di mosti e vini avviene per caduta. Una dinamica che la famiglia Pambuffetti, attuale tenutaria giunta alla quarta generazione, ha voluto mantenere appieno per trasformare al meglio quanto ricavato dai suoi trentanove ettari di vigna, tutti circostanti l’azienda. Una produzione basata sull’espressione del territorio, fatta di soprattutto di Grechetto, Trebbiano Spoletino, Sangiovese e Sagrantino, con il 2014 di quest’ultimo vitigno che si rivela un campione ben riuscito della sua tipologia: intensamente fruttato, speziato e succoso. Pur se dal tannino ancora puntuto, come ovvio, procederà però al palato con passo cadenzato, sostenuto e persistente.
(Fabio Turchetti)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024