Una crescita esponenziale davvero impressionante, per Colterenzio. Sorta relativamente da pochi anni, rispetto ad altre lodevoli realtà altoatesine (si era nel 1960), la cantina ha visto i suoi conferitori gradualmente aumentare, fino addirittura a decuplicarsi. Partita infatti con ventotto vignaioli che avevano deciso di intraprendere un proprio percorso enoico, tra le sue fila ne conta oggi trecento (con altrettanti ettari di provenienza, per quanto concerne le uve): tutti coesi in un protocollo operativo ormai consolidato e da molti anni foriero di qualità costante ed elevata, analogamente ad altre cantine sociali dell’Alto Adige, operative però da un numero di decenni ancora più consistente. Un po’ tutte le varietà presenti nella regione sono a disposizione della cantina: vista l’ampiezza del territorio a disposizione che, alla fin fine, muove fra Terlano e l’ambito meridionale altoatesino, con prevalenza comunque fra Appiano e Cornaiano. Altitudini e tipologie di terreno diversificate, com’è quindi ovvio, con picchi collinari che vanno dai duecentocinquanta ai seicentocinquanta metri, fra zone moreniche e calcaree. Con occhio particolarmente attento (date le peculiarità del vitigno) anche al Pinot Nero: come dimostra questa selezione, sempre ben risolta fra ricordi speziati, mentolati, di ribes e lamponi, e un palato fine, fresco, fruttato e dal tannino in punta di papille.
(Fabio Turchetti)
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