Lungo la fascia che collega il Massiccio del Pollino alla Piana di Sibari, centro vitivinicolo tra i più prosperi della Magna Grecia, Ferrocinto ha ridato nuova linfa alla produzione enologica del luogo. Il progetto nasce, sotto la guida delle famiglie Nola e Salituri, per recuperare una vocazione oramai perduta: realtà recente nel panorama del cosentino, in pochi anni è riuscita a portare sotto i riflettori le caratteristiche di questo territorio, fortemente influenzato dalla cordigliera frastagliata e maestosa del Pollino esteso a pochi chilometri dallo Ionio, e la tempra del suo re dal manto scuro, il Magliocco. Alla guida del brand calabrese, c’è Luigi Nola, che ha messo in piedi un progetto che attinge dal passato con spirito contemporaneo, con una mentalità che contempla la qualità del lavoro agricolo, la valorizzazione della bellezza del paesaggio e l’accoglienza. La rotta presa dall’azienda è ben visibile in cantina, dalla barriccaia sotterranea all’affaccio da cartolina a 180 gradi sullo skyline del Pollino e sui vigneti che avvolgono la moderna struttura e la dimora nobiliare dominante sulla tenuta, testimone della storia antica e aristocratica dei Salituri. Ponte tra passato e futuro, Ferrocinto esprime l’ardore della renaissance calabrese. Il Pollino Rosso è quello che più lo rispecchia. Vino audace e di grande bevibilità. Sorso di grande energia, croccante. Piacevoli note fruttate e floreali.
(Manuela Laiacona)
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