Era il 15 giugno 1868 quando il pioniere della spumantizzazione all’italiana Antonio Carpenè, inconsapevolmente, dette il “La” alla valorizzazione di un vitigno veneto, il primo passo di quello che oggi è il fenomeno Prosecco. Antonio Carpenè fondò anche una cantina, oltre a consolidare un intero territorio e il relativo vitigno a bacca bianca, il Prosecco, oggi Glera. Ma ciò che ha reso la sua azienda famosa in tutto il mondo è stata l’idea di spumantizzare il vino bianco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, ed è così che, nel 1924, inventò il vino veneto oggi così famoso. Attualmente la cantina può contare su 26 ettari di vigneto e una folta schiera di conferitori di provata qualità per una produzione complessiva che tocca 5.300.000 bottiglie. Il portafoglio etichette è molto variegato e qualitativamente affidabile e comprende varie declinazioni dai Metodo Classico agli Charmat, dai vini ad Igp a quelli a denominazione. Il Valdobbiadene Superiore di Cartizze 1868 nasce nel comune di Valdobbiadene, in quella che forse è la “sottozona” più rinomata e dalle radici storiche più salde. Le sue uve sono vendemmiate in ritardo, per permettere una concentrazione più accentuata. Dal colore giallo paglierino leggermente carico, ha profumi di acacia e rosa ad incrociare note di mela e pompelmo. In bocca, il vino è rotondo, cremoso e sapido. Sul finale tornano note fruttate e floreali.
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