«È stata la “prova bikini” dell’azienda. Un dosaggio zero deve essere perfetto. Oggi, posso dire che l’abbiamo superata. Merito dell’addome a tartaruga di mio marito Antonio». Ci scherza su, Roberta, e ne abbiamo bisogno tutti di sorridere un poco. Il Maso Martis Trento doc Dosaggio Zero è un vino nato un po’ per caso nel 2009 con una piccola partita di bottiglie. Tanto per sperimentare qualcosa di nuovo. «Intorno a Natale 2012, ci chiamano dalla Camera di commercio per sapere se abbiamo sulle pupitre del Dosaggio Zero da far assaggiare. Quella volta ottenemmo la valutazione migliore della degustazione». L’esordio al Vinitaly 2013. Una scommessa vinta dall’azienda di Martignano, 12 ettari di vigne a corpo unico coltivate a biologico, che respirano la brezza frizzante dei boschi del Monte Calisio sopra Trento, a 450 metri d’altezza. La vinificazione avviene separata: lo Chardonnay fermenta in barrique. La primavera successiva si decide quale sarà la cuvée. Nel 2020, per Maso Martis, saranno 30 vendemmie. L’azienda è nata nel 1990, dai terreni acquistati dalla famiglia Stelzer. Nel 1993, la prima bollicina, proprio nell’anno in cui nasceva la doc Trento. Nel 1994, entrò in azienda un giovanotto con i capelli lunghi a occuparsi della parte enologica: Matteo Ferrari. Oggi affiancano mamma e papà, Alessandra, 27 anni, che si occupa di comunicazione, e Maddalena, 24, che ha la passione delle vigne. Un destino segnato di rosa.
(Fiammetta Mussio)
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