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COVID E SCENARI

La lenta ripartenza della Cina: segnali positivi (con prudenza) anche per il vino italiano

Silvana Ballotta (Business Strategies): “le difficoltà ci sono, ma la ristorazione riapre e qualche ordine torna ad arrivare”
BUSINESS STRATEGIES, CINA, ITALIA, SILVANA BALLOTTA, vino, Mondo
Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies

Difficile parlare di ripresa, ancora. Eppure, qualcosa in quella Cina dove il Coronavirus ha colpito per prima, e che quindi sta reagendo per prima, temporalmente, alla crisi. E mercato potenzialmente tra i più grandi del mondo per il vino italiano, sembra muoversi. Lo hanno testimoniato, con prudenza, i tanti produttori che abbiamo contattato in questi giorni. E lo racconta, a WineNews, la testimonianza di Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies, che, da anni, ha investito in progetti di comunicazione, formazione e supporto alle imprese del vino italiano in Cina, da ultimo con Winease, progetto tecnologico di promozione digitale finalizzato alla commercializzazione in Cina, attraverso un piattaforma e una app, insieme a Value China, società del gruppo Neosperience (quotato a Piazza Affari sul listino Aim, dedicato alle Pmi) affermata nello sviluppo di tecnologie di marketing e digital e-commerce per il mercato cinese. “L’interesse delle imprese del vino italiano verso la Cina è forte come non mai, tanto che abbiamo dovuto replicare il webinar per raccontare l’iniziativa Winease, a cui hanno partecipato oltre 100 tra manager e proprietari di cantine italiane. Ma, soprattutto, è confortante vedere - spiega Ballotta - che, in Cina, pur tra tante difficoltà, si sta cercando di ripartire. Diverse cantine ci hanno confermato che, in questi giorni, tornano a muoversi un po’ gli ordini di vino dal Paese, per esempio. E anche la ristorazione, che, per il vino in Cina, è fondamentale, sta ripartendo, seppur con limitazioni di spazio di numero di persone ammesse nei locali. Ed anche i corsi dell’Academy Taste Italy, che ovviamente si erano fermati, sono praticamente tutti prenotati fino a giugno. È innegabile che ci siano difficoltà, come il rallentamento di alcune fasi della logistica, o, per esempio, un aumento dei costi di distribuzione dovuti al fatto che molte realtà hanno chiuso, e chi è rimasto sul mercato si fa pagare di più. Ma, in ogni caso, il Paese sta ripartendo. E, aspetto non secondario, sembra che tante imprese del vino italiano, anche piccole realtà, in questa situazione di crisi abbiano compreso di più quanto è importante credere in soluzioni digitali per crescere in un mercato che sarà importantissimo anche per le cantine italiane”.

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