La Tenuta di Bibbiano, oggi 30 ettari vitati a biologico per una produzione di 140.000 bottiglie, vede il suo consolidamento e, successivamente, l’inizio del suo percorso viticolo più impegnato tra gli anni ‘50 e i ‘70 del Novecento. Si trattava di un’epoca pionieristica per il Chianti Classico, benché fosse l’areale dove Bettino Ricasoli codificò il vino più noto della Toscana. Lo era se guardiamo a quegli anni dal punto di vista della qualità e di un preciso progetto enologico. Bibbiano però impostò il proprio cercando, senza scorciatoie, entrambi gli obbiettivi e costruendosi, prima di tutto, uno stile enologico coerente, personale e non privo di classicità, tuttora ben leggibile. Merito dell’impronta inconfondibile di Giulio Gambelli, ma anche del mantenimento di una precisa cifra stilistica nel solco della continuità che ne ha percorso l’intera storia. Attualmente, a guidare la cantina c’è Tommaso Marrocchesi, che ha rispettato l’approccio aziendale del passato, introducendo solo opportune varianti produttive, di marketing e commerciali. Il Bibbianaccio 2015, emulo della ricetta del Ricasoli, è un blend di Sangiovese, Colorino, Trebbiano e Malvasia, maturato per 12 mesi in tonneau e per altri 12 in legno grande. Ha profumi vivaci di frutti rossi maturi, con note di sottobosco e toni balsamici e speziati a rifinitura. Al palato è succoso bilanciato e generoso, dal finale lungo e serrato.
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